Siamo Solo noi di Vasco Rossi compie 40 anni e in occasione di questo compleanno speciale, il singolo viene ripubblicato. La nuova versione è in uscita il 18 giugno, con corto animato inedito.
Sony Music/Legacy celebra l’anniversario con una speciale edizione da collezione della serie R>PLAY, in uscita il 18 giugno in tre versioni (cofanetto deluxe in edizione limitata con 33 giri, cd, libro di 128 pagine, locandina del tour dell’album; cd hardcoverbook di 32 pagine; vinile rimasterizzato). Per questa ricorrenza è stato girato anche il videoclip animato inedito di Siamo solo noi, online dal 24 giugno.
Racconta il il regista Arturo Bertusi: “Noi, è la prima persona plurale che definisce un gruppo, una comunità, un popolo. Per questo il protagonista non poteva essere un singolo personaggio, ma tutti Noi appunto, ripresi, attraverso gli anni, dai video di una telecamera di sicurezza di un negozio di dischi, sguardo su una piazza ideale. È lo sguardo oggettivo e imparziale di una ‘camera fissa’, a trasformare la piazza in un palcoscenico su cui scorrono quarant’anni di storia e canzoni di Vasco, insieme ad eventi che hanno trasformato il mondo, fino al presente della pandemia. Questo è il concept del video, che ribalta l’impianto narrativo e visivo tradizionale dei cortometraggi e dei videoclip. Nel video di Siamo solo noi, sono presenti quasi tutti gli album di Vasco e molte canzoni, in forma di citazione più o meno esplicita, attraverso i manifesti affissi nella piazza, nei personaggi, nelle suggestioni e nelle copertine che in versione animata prendono vita. In quella piazza ci siamo tutti Noi. E tutti Noi ci torniamo, accompagnati simbolicamente da Vasco stesso, che, di nuovo come una volta, ci riaprirà il ‘negozio’ dove ritrovare le nostre emozioni”.
Le parole di Vasco “Per la critica o eri cantautore o eri pop. Per questo pensavo a un rock popolare, anche se ero cresciuto con i cantautori. ‘Siamo solo noi’ non l’avrei scritta senza ‘Quelli che’ di Enzo Jannacci, che era un testo aperto, potevi cambiarlo ogni sera. Lo mettevo in radio già nel 1976-77. Io compravo i suoi dischi dai primi in dialetto milanese, ‘El portava i scarp del tennis’ e ‘L’Armando’, lui era geniale. Uno dei grandi con Mogol e Battisti, De Gregori, Guccini, De André. Giorgio Gaber era uno dei pochi che andavo a vedere a teatro, non perdevo uno spettacolo. Era troppo avanti, nuovo e anche perfetto in tutto, io l’ho amato dentro. Sono cresciuto con loro, poi ho trovato il mio stile ma sono figlio loro.“