Tutta la verità su Achille Lauro “Io canto per dare speranza ai ragazzi”

17
Feb
2020
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Achille Lauro si racconta al Corriere della Sera attraverso una storia, quella vera, autentica, della sua persona. “Su di me circola una leggenda nera” afferma “Ma io canto per dare vita ai ragazzi, non per dirgli di togliersela”.

In finale a Sanremo non è arrivato ma sicuramente le sue performance, soprattutto in fatto di look, presentate sul palco del Teatro Ariston al Festival di Sanremo 2020 rimarranno nella storia della musica e della moda italiane. A Sanremo ha partecipato con il brano Me Ne Frego, un suo inno all’amore “Il palco del Festival è talmente importante che mi pareva giusto usarlo. Volevo portare una canzone che fosse anche un’opera teatrale, un live in quattro minuti. Non volevo solo farla ascoltare, ma farla vedere”.

Ma prima di essere l’artista che tutti conoscono, Achille Lauro è stato un bambino fortunato, ha avuto un’infanzia felice, senza problemi economici e con dei familiari ben inseriti nella società “Mio padre si chiama Nicola De Marinis, è stato professore universitario e avvocato, ha scritto quattro libri, per meriti insigni è diventato consigliere della Corte di Cassazione. Nonno Federico era prefetto di Perugia, l’altro nonno ha combattuto nella seconda guerra mondiale: si chiamava Archimede Lauro Zambon. Sono nato a Verona perché lì abitava la famiglia di mia mamma, Cristina, originaria di Rovigo, ma sono cresciuto a Roma”… “Mia mamma ha dedicato la vita agli altri. Casa nostra era sempre piena di ragazzi presi in affido. Sono sempre stato abituato a condividere”..

Era tutto perfetto fino a quando la famiglia non si separò e li per lui iniziò un periodo nero sfociato poi nella musica “Ci fu una crisi. Però mamma per noi c’è sempre stata. Con mio fratello Federico, che ha cinque anni più di me, andai a vivere in una comune, a Val Melaina, Montesacro. Il collettivo si chiamava Quarto Blocco, c’erano altri venti ragazzi: chi scriveva, chi dipingeva, chi incideva musica a torso nudo… Così ho iniziato a scrivere, disegnare, incidere. Ora anche a dipingere”.

E’ stata la musica la sua vera rinascita. Oggi le canzoni di Achille Lauro sono spesso oggetto di critiche ma lui spiega che nei suoi messaggi c’è solamente qualcosa di buono.

“Non posso dire che queste cose non le ho mai viste (la droga); al contrario, le conosco, e cerco di aiutare le persone a non distruggere la loro vita. Vengono a intervistarmi e poi scrivono “Lauro spaccia”, al presente, “Lauro ruba”, al presente. Sono cresciuto in un ambiente difficile, in mezzo a persone problematiche. Ma Sanremo è il frutto di quindici anni di impegno. Se avessi buttato il tempo in queste sciocchezze non sarei qui. Canto per dire ai ragazzi di non sprecare il loro tempo: prima capisci quello che vuoi fare, prima arrivi al successo. E il successo non è la fama; è la riuscita del proprio percorso.”.