I primi “Anta” di Cesare Cremonini

27
Mar
2020
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Ha salutato “i 30” interpretando Il cielo in una stanza in un video postato su Instagram. Cesare Cremonini si è preparato così a entrare in quelli che definisce “i favolosi 40”.

L’ex leader dei Lùnapop, è cresciuto ed è diventato uno dei cantautori più apprezzati del nostro panorama musicale. Un percorso di crescita graduale che lo ha portato a riempire gli stadi . 

È stato il frontman e l’autore delle più importanti canzoni del gruppo italiano Lùnapop, che ha riscosso un grandissimo successo con l’album Squérez? vendendo oltre un milione e mezzo di copie. Nel 2002 il cantante ha annunciato ufficialmente lo scioglimento del gruppo, proseguendo con successo nella sua carriera solista e pubblicando, nel corso degli anni, sei album in studio, due dal vivo e tre raccolte.

Cesare Cremonini, nel 1999, si presenta al pubblico prima con un ciuffo biondo e poi rosso e, insieme agli altri “régaz” di Bologna, intona un brano spensierato e pop che non tradisce per nulla le aspettative che il nome del gruppo andava suggerendo. Un’estate che cambiò tutto e lo fece nel tempo di un unico disco per la band bolognese capitanata da Cremonini.

La notizia più cliccata dell’ultimo momento è che l’amatissimo cantautore si è fidanzato con Martina, una studentessa di 23 anni, e tastando con mano che le generazioni s’incontrano a sorpresa, le ha dedicato un brano commovente, un vero inno all’amore dal titolo sfuggente, ironico, “Giovane stupida”.

Segue vent’anni di soluzioni geniali, da Squérez?, il piccolo K2 dei Lùnapop, a Maggese, Logico e Possibili scenari. E poi tante storie, PadreMadre, Marmellata#25, Nessuno vuole essere Robin, Al telefono, Poetica. Tutto per dire che il meglio, a fatica, deve ancora arrivare. 

Cremonini, cos’è la felicità? Esiste in questi giorni? “Sì, è essere nella pancia del pesce-cane e rincontrare tuo padre. Come in “Pinocchio” di Collodi. Il sentimento della felicità ha sfumature diverse da un mese fa. Quando non eravamo ancora entrati in questo incubo. Dev’essere soprattutto ritrovarsi, riscoprire quello che c’è di vero intorno a noi. Tempo fa le avrei detto: felicità è uno stadio che ti applaude. Ora no”.