Chris Cornell, una morte per abuso di farmaci?

22
Mag
2017
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Già dopo le prime ore dalla notizia della sua morte, iniziavano a circolare in rete le ipotesi di suicido secondo quando affermato dalla polizia di Detroit; oggi invece dopo l’autopsia vengono alla luce altri motivi.

La morte del cantante ha sconvolto il mondo della musica internazionale e vista la giovane età le indagini si sono avviate subito dopo il ritrovamento del corpo in quella stanza d’albergo. Secondo le prime dichiarazioni della moglie Vicky Cornell, l’uomo l’avrebbe chiamata al termine del concerto presso il Fox Theatre di Detroit facendosi sentire molto stanco e biascicando. La moglie non convinta avrebbe chiamato la sicurezza dell’albergo chiedendo di verificare che fosse effettivamente tutto a posto ma la situazione che il personale si sono trovati davanti non è stata quella sperata.

Sconosciute ancora le dinamiche del tragico evento, pare al momento che l’artista avrebbe assunto una dose più alta del farmaco Ativan, un ansiolitico prescritto dal medico a base di Lorazepam.

Le ipotesi della moglie sostengono che il marito non abbia cercato da solo questa fine, ma sia stato “indotto”, in quando in famiglia si è sempre dimostrato un marito e padre devoto senza mai dare adito a certi pensieri.

Chris Cornell assumeva Ativan su prescrizione medica, in quanto tossicodipendente in fase di recupero, farmaco della famiglia delle di benzodeazepine somministrato per combattere quei demoni che per anni hanno condizionato la sua vita. Il legale della famiglia Cornell, Kirk Pasich, sostiene infatti che tra gli effetti collaterali dell’Ativan ci siano “paranoia, istinti suicidi, alterazione di giudizio e difficoltà nel parlare”, sintomi che Vicky Cornell dichiara di avere riscontrato parlando al telefono con il marito.