Cesare Cremonini ricorda uno dei primi album “Nella teoria dei colori mi sentivo forte e pieno di idee”

03
Dic
2019
Pubblicato da:

Pubblicato nel maggio 2012, La Teoria dei colori è stato il quarto album in studio di Cesare Cremonini. Un disco importante nella carriera dell’artista, un album che ad oggi ha conquistato un disco di platino e vari altri riconoscimenti per i singoli in esso contenuti.

A 7 anni di distanza, aspettando il tour 2c2c celebrativo della sua lunga carriera, l’artista ripercorre sui social alcuni dei momenti più importanti e le sue opere più belle. Tra queste c’è proprio questo album che lui sottolinea essere “uno dei suoi capolavori”.

“La teoria dei colori è stato il primo album di una trilogia da me fortemente voluta e sulla quale mi sono impegnato con lo stesso entusiasmo di sempre ma con una ritrovata serenità dopo anni di rapporti molto difficili con la casa discografica che aveva il compito di distribuire la mia musica. Con un nuovo contratto discografico con la Universal Music Italia mano e un nuovo team di lavoro a Bologna, ero finalmente molto operativo. Così mi misi in testa di ripartire alla grande e di realizzare tre album collegati tra loro da un impegno costante, mettendo tutto me stesso in gioco, a qualsiasi costo. Mi sentivo forte e pieno di idee. Ormai i Mille Galassie Studio si erano trasformati attivamente nel centro di gravità di tutta la mia attività artistica e anche se continuavamo a registrare alcune orchestre di archi e fiati negli studi di Londra, una buona parte della nostra pre-produzione e registrazione delle nuove tracce, così come l’intero missaggio dei dischi, veniva affrontato tra le nostre mura di casa in completa autonomia. Era piacevole e mi rendeva molto orgoglioso pensare di produrre musica quasi totalmente “Made in Bologna”, agli orari che preferivo, senza pressioni esterne di nessun tipo. Avevo messo in piedi anche uno “studio b” per la fase di scrittura e provinaggio delle canzoni allo stato embrionale. Lo avevo chiamato “White Studio” perché era completamente rivestito di bianco, e si trovava proprio nella casa che mi ero appena comprato. Nella pratica, ovunque mi voltassi in quel periodo, potevo realizzare canzoni. Questo mi fu di aiuto per comporre quello che divenne un album straordinariamente ricco di idee e molto curato nella forma, ma anche (fortunatamente) pieno di hit destinate al grande pubblico come “Il comico (sai che risate)”, “Una come te” “I Love You”, “L’uomo che viaggia fra le stelle” e “La nuova stella di Broadway”, che avevo scritto qualche anno prima e che trovò la sua ideale collocazione nell’album “La teoria dei colori”. Fu importante anche da altri punti di vista.”.