Le pagelle di Sanremo: Tiziano Ferro si becca un 3 mentre Alberto Urso è da 10

05
Feb
2020
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Un conduttore, diversi ospiti e 12 big in gara alla prima puntata del 70° Festival di Sanremo. La serata ha registrato un ottimo risultato in fatto di ascolti con oltre il 50% di share ma non tutti i protagonisti sono stati premiati per le loro performance.

A giudicarli uno per uno, partendo anche da Amadeus, è Michele Monina, il critico musicale che ha pubblico su Huffingtonpost le valutazioni, senza risparmiare nessuno.

Ecco qui tutte le pagelle della puntata del 4 febbraio 2020:

Amadeus 4 Ma quando li fai cantare i cantanti in gara, Benedetto Iddio? Ce lo siamo chiesti tutti, senza trovare risposta. Poi fortunatamente è arrivato il monologo della Leotta e la domanda è diventata un’altra: perché?

Tiziano Ferro 3 Non puoi cantare Mimì così di merda, dai. Non puoi.

Fiorello 8 Intendiamoci, sono per lo sport aggressivo, duro, quello che se sei la Germania non hai pietà dell’avversario anche se è il Brasile. Per cui va bene che Fiorello, quello che ha l’amico meno bravo, si diverta a metterlo in difficoltà davanti a tutti. Io gli avrei mollato anche un paio di pizze in faccia, già che c’ero, tanto chi è quello figo lo sanno tutti. Anche troppo.

Irene Grandi 8 Finalmente ecco Irene Grandi di nuovo in stato di grazia. Con una canzone che parla di sesso, anche, e di difetti personali, anche, ma soprattutto parla di crescere e trovarsi, e di trovarsi poi a proprio agio con se stessi, sempre che sia possibile farlo. Vasco firma e si sente, e quando Vasco firma per Irene fa sempre cose buone dal mondo. Evviva.

Marco Masini 9
Dal giorno in cui ho ascoltato questa canzone mi si è piantata in testa. Ma direi che non è tutto. Mi si è anche piantata nel cuore, perché strano a crederlo, ne ho uno anche io. Sarà che sono un cinquantenne, e che in quanto cinquantenne mi ritrovo, come Masini, a guardarmi indietro e vedermi con un po’ meno di rabbia e un po’ più di affetto. Sarà che l’autobiografismo nelle canzoni ci ha anche rotto le palle, ma quando partendo da te riesci a raccontare le storie di chi ti ascolta allora hai davvero una marcia in più. Sarà, semplicemente, che questa è una delle più belle canzoni in gara, e non solo.

Achille Lauro 5 Avrei voluto essere iconoclasta e contrapporre ai suoi WOW un MAH. Avrei voluto buttare lì la faccenda della troppa somiglianza tra ritornello e special di Fiori rosa fiori di pesco di Battisti. Ma nei fatti mi sembra proprio una canzoncina ina ina, di quelle che ti volti e non te la ricordi più. Non a caso per farsi notare stavolta si è infilato il costumino dorato che Britney Spears ha indossato nel video di Toxic, colpendo sicuramente l’attenzione ma senza spostarla poi sulla musica. Idea figa, intendiamoci, ma qui si parla di canzoni, non di look.
Unica nota di merito, la presenza sul podio del direttore d’orchestra di Beatrice Antolini, se no non arrivava manco al 4.

Anastasio 6 Dicono vincerà il Festival. E magari è vero. A me sembra la classica canzone alla Anastasio, e magari essere già identificato con un genere dopo così poco tempo che si calcano le scene è un merito, lui arrabbiato che dice milioni di parole. Solo che su quel palco c’è chi la stessa cosa la fa decisamente meglio, Rancore. Che vinca o non vinca questo è messo agli atti.

Bugo e Morgan 8 La coppia più rock ‘n’ roll del Festival sono loro. E non perché siano la sola coppia in gara tra i Big, ma proprio perché Bugo e Morgan sono davvero rock ‘n’ roll. Prova ne è una canzone, Sincero, che riesce alla perfezione a mescolare i loro due immaginari e le loro poetiche, facendo passare il tutto in maniera tanto naturale quanto sorprendente. Con le strofe morganiane e i ritornello bughiani, ecco servito un brano che fa riflettere divertendo, come solo il sano rock può farti fare.

Diodato 7 Una voce bellissima, quella di Antonio Diodato. Una canzone che la mette in risalto alla perfezione. Tutto bello, con buone chance di podio. Manca giusto la sorpresa, che spesso in Diodato manca. Quella che ti fa dire “ah, però”.

Elodie 3 Primo punto, questa è una canzone di Mahmood con DarDust. La ascolti e lo capisci, quindi ti dici “questa è una canzone di Mahmood e DarDust, il che potrebbe essere una nota di merito per gli autori, Mahmood e DarDust, non fosse che a cantarla è Elodie, che abituati come ci ha ai duetti, da sola scompare dietro la firma dei due vincitori del Sanremo scorso, Mahmood e DarDust. Mettici anche che a spostare tutti gli accenti è autorizzato solo Max Pezzali, che Nina Simone, no, dai, non scherziamo e che più in generale la canzone in bocca a lei è davvero poca cosa e il gioco è fatto.

Alberto Urso 10 Quando al primo Sanremo targato Conti Il Volo vinse con Grande Amore diedi loro sempre dieci in pagella. Non perché la canzone mi piacesse, né perché ci trovassi qualcosa di interessante, ma solo perché mi sembrava chiaro cosa stessero facendo e a chi si stessero rivolgendo. Urso fa la stessa cosa. Non solo metaforicamente, proprio lo stesso tipo di brano, con lo stesso tipo di intento. Meno epico, forse, del resto canta da solo, ma fatto con grande mestiere. Io non lo ascolterei neanche se me lo sottoponessero con la Cura Ludovico, ma non è a me che la sta cantando.

Le Vibrazioni 7 Finalmente Sarcina e soci sono tornati a fare davvero le Vibrazioni. Niente più flirt con suoni che col loro continuo riferimenti agli anni settanta stonava e non poco, solo una ballad tra le più candidate a diventare un tormentone di questa annata. L’idea del ragazzo che canta coi segni per i non udenti è spettacolare, bravi.

Rita Pavone 7 Il voto, lo confesso è del tutto sbagliato. Perché è il frutto di una media, tra il voto che avrei voluto dare all’artista e quello che avrei voluto dare alla canzone. Perché chiunque abbia messo in discussione la Pavone artista per le sue discutibili uscite sui social, diciamolo tutti in coro, non capisce un cazzo di musica, ma la canzone che presenta non è esattamente al suo livello. Lei però canta sempre da Dio, sia messo agli atti.

Raphael Gualazzi 7 Finalmente arriva un po’ di divertimento, di ritmo, di mariachi, di costumi colorati, di classe. Peccato che è l’una e dieci, e a vederlo non ci saranno miliardi di persone.

Riki 6 Non è il mio sport preferito, un classico pop sanremese. Ma Riki lo pratica bene, con mestiere. Non un fuoriclasse, intendiamoci, ma uno che può giocare il campionato senza rischiare di farsi male. Forse sta facendo bene a puntare più sulla musica che sul resto, e togliete il forse.

Fadi 5 Chiunque si occupi di tutta quella musica che gira nel sottobosco del mainstream, quello che un tempi chiamavano Indie ma che poi non si può più chiamare indie perché l’indie è altra cosa oggi, ecco, chiunque etc etc sa perfettamente chi è Fadi, perché il suo nome gira da un po’. Oggi finalmente è di fronte al grande pubblico, e come a voler mandare a puttane quanto ho scritto su lo fa seguendo esattamente lo stesso corso dell’indie, partito bene e diventato poca roba. Peccato.

Leo Gasmman 5 Proverò a non fare la cosa più scontata e banale del mondo. Quindi parlerò della canzone e di come Leo Gasmann la porta a casa. Carina, la canzone, carino, il modo in cui la canta. Solo che dopo un minuto sei li che fischietti quella di Masini e non te la ricordi più.

Tecla Insolia 6,5 Tecla ha esattamente l’età di mezzo tra i miei due primi figli, sedici anni. So quindi bene cosa sia una adolescente e una adolescente femmina. Di tutto questo nella canzone di Tecla non vi è traccia. C’è una gran bella voce e una canzone che starebbe bene in bocca a una mia coetanea, se solo le mie coetanee non fingessero di avere l’età di Tecla.

Eugenio in Via di Gioia 7 Divertenti ma un filo stucchevoli, si giocano coi Pinguini il posto da “la vecchia che balla” di quest’anno. Strano destino, la musica underground, se si è arrivati a questo dal periodo in cui si passava da Tutti i miei sbagli dei Subsonica a Il paese è reale degli Afterhours.

Al Bano e Romina 10 Anni fa, qui a Sanremo, ho visto Al Bano perdere le staffe per uno stupido scherzo che gli avevano fatto, e tirare schiaffoni come un mulino a vento olandese in un giorno di tempesta. Quindi. Bene, bravi, bis.

Emma Marrone 3 Emma Marrone superospite per festeggiare dieci anni di incredibile carriahahahahahahahahahahahahahahahahhahahahahahahahahahahhahah