Jova Tour “Alla sera mi canto le canzoni da solo”

29
Mar
2018
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Il tour di Jovanotti ora approda a Torino, continuando così il suo lunghissimo viaggio per l’Italia con la musica del suo ultimo album Oh,Vita!. Per l’artista questo è un viaggio intenso e la pausa di 9 giorni tra i primi concerti e i prossimi è “innaturale”

Una lunga riflessione del cantante è stata pubblicata nella notte sulla sua pagina Facebook, dove Lorenzo confessa di essere in tour anche quando non è sul palco “È strano, quasi innaturale, una pausa di 9 giorni in mezzo a un tour come questo, alla sera mi vengono le fregole e faccio mini concerti da solo in cuffia suonando di tutto. Perché un tour come questo, con uno spettacolo come questo, è un’immersione totale, tutto ruota intorno a quelle ore di spettacolo e le giornate sono scandite un po’ come quelle dei soldati o delle suore mie vicine di casa”.

Un viaggio il suo, dopo i live di Firenze e Milano, che prosegue fino a fine luglio e (forse) oltre. Il cantante continua a scrivere “Quando sono a casa ogni tanto ci faccio caso alle campane, a parte quella delle chiese che quando c’è il vento giusto mi entrano anche in studio, se faccio attenzione sento anche quelle piccole delle suore, che a loro servono a scandire la giornata. Quando sono in tour ho le campane che mi suonano dentro, le sento chiaramente, che mi avvicinano all’ora dello spettacolo, a quando salirò quei sette scalini che portano al palco, con la voce di Miguel nelle orecchie e poi entro nel cono di luce del faro e Noocchie farà partire il primo pezzo”.

Questa breve pausa della durata di 9 giorni all’interno di uno dei suoi tour più ricchi, sia per il numero di date che per il successo in Italia, è una cosa veramente strana, tanto che nemmeno lui riesce a staccare e riposarsi “Nove giorni di off disorientano, nel pomeriggio verso una certa ora sento il richiamo del palco e tutto si mette in fila in quella direzione, come se ogni cellula fosse programmata per accendersi all’ora giusta e invece stasera no, ma siccome martedì ricominciamo allora ne approfitto per riposare, stare sdraiato dove capita, leggere, ascoltare, fare finta di non esserci per nessuno, vagare in cerca di segnali, perché non si smette mai di scrivere e per scrivere bisogna vivere, e sentir vivere tutto intorno”.