Il Padre di Achille Lauro “In passato avrei voluto seguisse le mie orme, oggi sono fiero di lui”

17
Feb
2020
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Achille Lauro non è figlio d’arte, ma è nato e cresciuto in una famiglia benestante; il padre Nicola De Marinis è giudice della Corte di Cassazione, un ex avvocato con una carriera accademica alle spalle. Nonostante questo però nella sua vita è stata una figura ingombrante e oggi, per la prima volta, è proprio lui a prendere la parola.

“Per mio figlio sono stato un padre ingombrante. Volevo che seguisse le mie orme ma un giorno mi ha voltato le spalle dicendo: ‘Me ne frego’” racconta in un’intervista a DiPiù, uscita proprio dopo la partecipazione di Achille al Festival di Sanremo “Entrambi i miei figli a un certo punto della loro vita hanno frequentato persone molto lontane dal nostro mondo borghese nel quale io avevo cercato di crescerli. È stato il loro modo, a mio avviso, di scontrarsi con me. Mio figlio ha visto amici finire in carcere e morire di overdose, ha toccato con mano la disperazione. Ma che queste esperienze lo abbiano condizionato, esaurito, risucchiato verso il male, assolutamente no”.

Achille Lauro ha parlato del padre e del rapporto con esso proprio in queste ultime ore raccontando che tutta la sua vita, apparentemente perfetta di quando era bambino, è andata in frantumi quando i genitori si sono separati. Dal quel momento lui e il fratello hanno iniziato a frequentare persone nuove, diverse dal mondo in cui vivevano e quindi a provare anche le droghe. Ma oggi quel periodo è ormai molto molto lontano.

L’artista, all’anagrafe Lauro De Marinis, non ha mai voluto seguire il percorso del padre. “In giorno mi ha voltato le spalle dicendo, proprio come nella canzone che ha presentato a Sanremo: ‘Me ne frego. Me ne frego di quello che dici, voglio andare per la mia strada e tu mi devi lasciare in pace'” racconta il giudice.

“Sicuramente il mio mondo non gli è mai piaciuto – conclude trovando nell’Achille di oggi tantissimi aspetti positivi – E anche il mio modo di volerlo schematizzare. Lui ha seminato il suo genio al di fuori di una realtà borghese che ha negato fin da giovanissimo. Ma non è mai stato lasciato solo […] Siamo uomini, ci sentiamo, ci confrontiamo tra uomini. Io lo chiamo spesso. La mamma è amministratrice delegata della sua casa discografica ed è quella che sicuramente lo sente di più. Oggi sono fiero di lui”.