Wade Robson, l’accusatore di Michael Jackson perde ancora in tribunale

27
Apr
2021
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La causa portata avanti da Wade Robson non riesce ad avere un seguito. L’uomo che aveva accusato il Re del Pop Michael Jackson di abusi sessuali, continuati per 10 anni, torna a casa con un nulla di fatto.

Il coreografo, che ha accusato il Re del Pop di pedofilia, aveva provato a riportare la causa in tribunale, trovando però la disapprovazione del giudice Mark A. Young. Robson aveva depositato le sue accuse nel 2013, per poi vuotare il sacco nel documentario shock ‘Leaving Neverland’ del 2019.

L’ex ballerino ha raccontato di essere stato abusato sessualmente da Michael per quasi dieci anni, con la complicità delle compagnie del cantante, la MJJ Productions e MJJ Ventures, contro cui ora punta il dito.

Le due società si sono difese sostenendo di non aver nessun tipo di obbligo legale nei confronti di Robson e di non avere avuto la capacità di controllare i comportamenti di Jackson.

Dopo la decisione del giudici, i legali del coreografo si sono detti pronti a ricorrere in appello

La Storia – Quando Robson aveva cinque anni e si esibiva come ballerino in veste di talento precoce, venne contattato dalla popstar statunitense Michael Jackson, all’epoca in tournée in Australia. Due anni dopo Jackson invitò la famiglia a stare a casa sua, nel Neverland Ranch, in California. Nel 2005, quando il cantante fu accusato di abusi sessuali su minori, Robson testimoniò sotto giuramento a suo favore, dicendo di aver dormito nello stesso letto della popstar varie volte ma che mai il cantante lo aveva molestato. Anche grazie alla sua testimonianza, Jackson fu assolto. Dopo la morte del cantante nel 2009, Robson disse: «La sua musica, i suoi movimenti, le sue personali parole di ispirazione ed incoraggiamento e il suo amore incondizionato vivranno per sempre dentro di me». Nel 2013, però, raccontò di avere avuto a lungo delle memorie represse e che dai 7 ai 14 anni Jackson aveva sessualmente abusato di lui in più occasioni, tanto a Neverland come in altri luoghi. Sostenne di aver subito in precedenza una sorta di lavaggio del cervello da parte del cantante, di esserne stato psicologicamente manipolato, perché questi gli diceva continuamente che sarebbero finiti entrambi in prigione per sempre se avesse rivelato a qualcuno quello che facevano insieme in privato. Robson spiegò di avere preso la decisione di rivelare la verità dopo aver vissuto l’esperienza di diventare padre e dopo aver avuto un esaurimento nervoso nel periodo 2011-2012. Contemporaneamente fece anche causa agli eredi del cantante chiedendo 1.2 miliardi di dollari per i danni subìti. Alcuni detrattori del coreografo insinuarono che si trattasse di un’operazione a tavolino finalizzata solo a ottenere soldi.