crisi economica

  • Riconferma di Franceschini bocciata dai lavoratori. 23 febbraio manifestazione nelle piazze

    15
    Feb
    2021

    Il premier Mario Draghi ha riconfermato la nomina di Dario Franceschini come Ministro della Cultura in Italia. Una nomina che non è piaciuta ai lavoratori del mondo dello spettacolo, pronti nuovamente a mobiliarsi in tutta Italia perché stremati dalla crisi del settore.

    “Spiace che il premier Draghi abbia riconfermato alla Cultura, Dario Franceschini, un ministro che in un anno di blocco totale del nostro comparto ha fatto davvero poco. Alla maggior parte di noi non sono arrivati ristori o sono arrivate miserie. Perché non avviare protocolli di sicurezza tali da rendere fruibile lo spettacolo in modo da non creare un vuoto che difficilmente potrà essere sanato?”.

    Così Elio Balbo, portavoce torinese di Lavoratori e Lavoratrici dello Spettacolo che oggi si sono riuniti in assemblea per preparare la manifestazione nazionale del 23 febbraio.

    Sarà ancora più imponente di quella del 30 maggio, alla quale aderirono 15 città – dice Balbo – per denunciare la morte del settore dei lavoratori intermittenti del mondo dello spettacolo, 600.000 operatori fermi da un anno. Ci auguriamo che il ministro non sia più sordo alle nostre proposte – aggiunge – è evidente che la strada del bonus una tantum non sia quella giusta. Ad oggi i Tavoli di confronto con le istituzioni non sono stati riconvocati. Chiediamo lo sblocco immediato dei ristori in sospeso, sostegno alle imprese e una riforma del settore che riconosca l’intermittenza come fattore strutturale”.

  • Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, poche le risorse per la produzione culturale

    19
    Gen
    2021

    Mentre emergono dal Governo le prime bozze del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che dovrebbe dare attuazione nel nostro Paese al Next Generation EU, ci si rende conto di quanto ancora la produzione culturale resti ai margini degli investimenti.

    Secondo il piano le risorse assegnate a Turismo e Cultura, ovvero le aree di competenza del Mibact, ammontano a poco più di otto miliardi di euro. Ètuttavia evidente, già ad una prima scorsa, che di questi otto miliardi alla cultura in realtà ne arriverebbero circa 2,7 con un’indicazione, nella tabella di assegnazione delle competenze, riferita a un generico “patrimonio culturale next generation”, senza altri dettagli.

    È oltremodo evidente oggi, pur tenendo conto della situazione economica complessa del post pandemia, con tanti settori in difficoltà che richiederanno interventi di prima istanza, che lasciare ancora una volta la produzione creativa ai margini significa dimenticarsi che l’attività culturale è una parte fondante del rilancio della vita sociale, tanto compromessa in questa lunga fase di lockdown. Infatti, oltre alla grave penalizzazione dei settori della cultura e dei livelli occupazionali, l’assenza di decisi investimenti si riverbererà sull’intera popolazione, proprio laddove invece l’azione di risveglio della cultura e del rilancio di concerti, musica, cinema e teatro, dovrebbero costituire un vero a proprio vaccino della mente, necessario a combattere depressione e solitudine generata da questi mesi di pandemia e da un futuro economico incerto.

    L’industria creativa è peraltro un segmento fondamentale e di grande prospettiva grazie al salto epocale che tramite il digitale ha aperto nuove importanti opportunità di accesso ai contenuti.

    In questa durissima fase sono emerse delle capacità di reazione dell’industria culturale che saranno estremamente utili alla ripresa degli eventi dal vivo ma è necessario che il piano nazionale del Next Generation metta in circolo investimenti rilevanti per consentire al settore di trovarsi nelle condizioni di offrire nuovi contenuti e non di fronte a una desertificazione degli eventi culturali e a un disastro occupazionale. Cinema, sale da concerto, piccoli e grandi live club, teatri: sono tutti luoghi che avranno un ruolo estremamente prezioso nella ripartenza per sostenere la socialità, garantire quella importante area della nostra vita che è costituita dall’intrattenimento e la cultura. Senza musica, cinema, e teatro non ci sarà ripresa e resilienza, ma solo tristezza e depressione. Le istituzioni nazionali e locali devono invece puntare moltissimo sulla cultura, sostenere e incentivare la produzione creativa garantendo altresì l’innovazione nel settore.