Strage in un concerto metal in Romania: il bilancio è di 27 morti e 180 feriti

02
Nov
2015
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Venerdì sera a Bucarest 27 persone hanno perso la vita durante un concerto dei Goodbye To Gravity e altre 180 sono rimaste gravemente ferite.

Il leader della band ha fatto partire dei fuochi d’artificio all’interno del Colective Club, un piccolo locale all’interno di una ex fabbrica e provvisto di una sola uscita d’emergenza, e dallo spettacolo si è passati alla tragedia.

Il locale infatti ha preso fuoco e il fatto che ci siano stati dei morti ha scomodato anche il presidente rumeno Klaus Iohannis, che ha già commentato l’accaduto e ha affermato l’intenzione di proclamare il lutto nazionale. La band stessa ha subito perdite: a quanto pare il bassista è in ospedale in fin di vita, mentre un altro membro sarebbe coperto da ustioni sul 25% del corpo.

Il gruppo metal si stava esibendo per presentare il nuovo disco, ma dopo i terribili fatti dell’altra sera, probabilmente la loro carriera è finita.

Di seguito, la testimonianza di Delia Tugui, una donna presente al live che fortunatamente è scampata alla morte: “Ero al concerto. Sono viva perché ero seduta vicino alla porta. Anche così mio marito e mio figlio hanno potuto uscire solo dopo 5 minuti, ora sono in ospedale intossicati dal fumo. Come è successo? Il fuoco d’artificio ha incendiato la spugna fono-isolante sulla colonna a sinistra del palco, quella vicino alla porta. I fuochi d’artificio non erano esagerati, sembrano relativamente innocui, ma la spugna con cui erano coperte le colonne e il soffitto del locale è molto facilmente infiammabile.

Il cantante ha anche avuto il tempo di fare una breve battuta, quando il materiale ha preso fuoco: ‘questo non era previsto nel programma’. Nell’attimo seguente ha capito che non era uno scherzo e ha chiesto un estintore, ma era già troppo tardi. In 30 secondi, senza esagerazione, il fuoco si è propagato in tutto il soffitto. Tutti sono corsi all’entrata, ma l’uscita era troppo stretta e le persone sono andate nel panico. Dietro di me hanno calpestato altre persone per riuscire a uscire.

Dopo essere uscita, ho sentito un colpo alle mie spalle ed un forte calore, e ho scoperto che mi avevano preso fuoco i capelli. L’ aria era calda, irrespirabile, il fumo denso e nero, non vedevo niente. Non sapevo dove andare. Ho capito subito che chi stava nella parte posteriore del bar non sarebbe uscito vivo da lì.”