Sanremo, polemiche da Carone e Dear Jack “Il nostro brano bocciato. Baglioni una delusione”

02
Gen
2019
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Il nuovo anno porta con se tante novità e tante sorprese, ma anche le prime polemiche sul prossimo Festival. Ad attaccare il conduttore e direttore artistico Claudio Baglioni sarebbero alcuni degli escusi.

Nelle serate del 20 e 21 dicembre sono stati annunciati in prima serata su Rai1 i concorrenti della 69esima edizione, che si delinea come un’annata di grandi novità e grandi ritorno sul palco più ambito d’Italia. Ma se tanti sono entrati in gara, altrettanti sono rimasti fuori, alcuni dei quali hanno evidenziato particolare amarezza per il rifiuto ricevuto.

E’ il caso dei Dear Jack e di Pierdavide Scarone, la cui ultima apparizione a Sanremo risale ancora al sodalizio artistico con Lucio Dalla. Entrambi si sono mostrati in rete molto amareggiati per il rifiuto ricevuto da Baglioni, riservando per lui solo commenti negativi.

Il loro duetto portava il titolo di Caramelle ma il brano non ha passato le selezioni “Delusi dall’eliminazione, abbiamo deciso di farla uscire subito, senza programmare un lancio, nulla… E nonostante fosse un brano assolutamente anti natalizio esclama Carone, seguito poi dai colleghi che gli fanno eco Mai come questa volta c’è un senso di appartenenza attorno a un brano. Le cose non accadono mai per caso”.

Il brano in questione, e la sua polemica, hanno destato molto interesse in rete tanto che diversi colleghi lo hanno ascoltato sostenendole l’estrema bellezza; è il caso dei Negramaro, Giorgia, Bennato, i Nomadi, J-Ax, Ermal Meta, Elisa, i Tiromancino.

La canzone Caramelle tratta un tema molto delicato, la pedofilia “Il nostro intento non è certo speculare su un trauma, ma denunciare un orrore, qualcosa che d’improvviso può sconvolgere la vita di chiunque – spiega Carone – E’ una canzone diversa dalle altre: abbiamo deciso di vestire una responsabilità, raccontando una parte di umanità costretta a portarsi appresso dei pesi enormi. Quando l’ho cantata dal vivo, la gente era attentissima. Era importante rompere il tabù”.