Roberto Vecchioni sulla DAD “Io insegnavo sui prati, quella è scuola”

06
Nov
2020
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Roberto Vecchioni analizza la situazione in Italia, l’emergenza sanitaria, il lockdown e le misure di contenimento prese dal Governo. Intervistato dall’AdnKronos, l’artista boccia la DAD (didattica a distanza).

“La didattica a distanza? Penso che sia il male minore, nel senso che è sicuramente meglio che non farla per niente: ma la scuola è coralità, stare insieme. E’ molto riduttivo guardarsi sui social, comunicare in streaming non è certamente il concetto di scuola così come la intendo io” sottolinea l’artista, che aggiunge “Basta pensare a cosa facevano Socrate, Aristotele, che si portavano in giro i loro adepti sotto i colonnati. La scuola era quella. Camminando parlavano, erano in tanti, ognuno aveva un’idea e la diceva. Il confronto c’era. Adesso è una cosa robottistica, a quel punto basta Internet”.

 Vecchioni dà qualche consiglio ai ragazzi e agli insegnanti su come affrontare questo momento.

“La cosa fondamentale è che quando si fa scuola stiano il più insieme possibile, anche se ora è una possibilità limitata – dice il professore – E poi, che ci siano anche dei messaggi continui di richiesta di delucidazioni, chiarezza, ripetizioni di qualcosa non capita. E anche un po’ di streaming su cazzate. Facciamoli! Servono anche quelli”.

Infine, per l’autore di ‘Luci a San Siro’ e ‘Samarcanda’ la fiducia nei giovani è un marchio di fabbrica: “Io sono convinto che i ragazzi italiani abbiano una marcia in più: sanno uscire dalle avversità benissimo, e quello che perdono adesso lo recupereranno più in là’. Io li conosco, ne sono certo”, conclude.