Paola Turci racconta la violenza subita da bambina “Durò pochissimo e fu interminabile”

30
Gen
2019
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Paola Turci torna sul palco del Teatro Ariston per il sessantanovesimo Festival di Sanremo con il brano Ultimo Ostacolo, un brano che racconta la paura di perdere il padre.

Questa canzone diventa per la cantante un nuovo brano autobiografico, dove attraverso la musica si ritrova a rilevare e affrontare alcuni momenti difficili, come già in passato successe  con il brano Fiori di Giardino dove affrontava la violenza subita da bambina.

Intervistata da Vanity Fair, proprio in occasione di questo nuovo Festival, la cantante torna a parlare di questa violenza in modo molto più duro e freddo, rivelando per la prima volta dettagli e sensazioni mai raccontati prima.

Avevo 13 anni. Ricordo il senso di vergogna, dentro qualcosa di innaturale. E una responsabilità, come se fosse colpa mia. Successe che eravamo in casa. Lui, io e una mia amica della mia età. Ci mise a sedere su uno sgabello, sfogliava giornali pornografici e chiedeva se ci piacesse e quanto. Io avevo la nausea come quando mangi ed è troppo e non ce la fai più. Durò pochissimo e fu interminabile. Finché m’implose dentro un “adesso basta” e fermai tutto, scappando veloce, via. Lui era grande. Quando è morto ho provato sollievo.”.

Un dolore che poterà con se per sempre, ma che ha voluto portare oggi alla luce perché ritiene che sia importante denunciare, parlare e farsi ascoltare per trovare aiuto.

Avevo paure che il mondo per fortuna ha vinto – confessa Paola, sottolineando  – Se tornassi indietro denuncerei. Mi farei ascoltare, difendere, proteggere”.