Gianna Nannini “Da pasticcera a cantante grazie a Mara Maionchi”
2017

Intervista a 360° per Gianna Nannini che raggiunta dai microfoni del quotidiano Il Corriere della Sera ha svelato molti aspetti della sua vita, dalla sua infanzia fino ad oggi, passando attraverso temi come lavoro e amore.
Tutto quello che è oggi, Gianna Nannini lo deve sicuramente a Mara Maionchi che l’ha scoperta e inserita nel mondo musicale italiano; prima lei faceva la pasticcera nel negozio di famiglia “Cominciai bambina a decorare le torte. A 17 anni presi servizio come operaia: guadagnavo 1.740 lire all’ora, come le altre donne; gli uomini 2.500. Ne litigavo sempre con il babbo”.
Il primo passo per inseguire il suo sogno fu la fuga verso Milano “Lasciai nella macchina per i ricciarelli le falangi del medio e dell’anulare della mano sinistra. Finirono nell’impasto dei dolci, ma nessuno li ha mangiati; li ritrovarono il giorno dopo, troppo tardi per riattaccarli. Cacciai un urlo terribile, la voce roca mi è venuta allora. Poi svenni. Al conservatorio mi bocciarono: al pianoforte le scale venivano un po’ zoppicanti. Ridiedi l’esame con due piccole protesi di plastica e le unghie finte: lo passai. L’assicurazione versò due milioni. Mi ci pagai la fuga. Andai a Milano. Per anni non parlai coi miei genitori. Andavo alla Ricordi alle 7 del mattino, quando non c’era ancora nessuno, per esercitarmi al piano e telefonare a mia nonna, preoccupatissima: era convinta fossi andata a caccia di uomini. Mi diceva: “Tienila da conto…’”.
A scoprirla a Milano furono Claudio Fabi e Mara Maionchi. “Le suonai le mie prime canzoni al piano. Si commosse. E mi fece il primo contratto, per la Numero Uno, la casa di Battisti”.
Per quanto riguarda l’amore invece, Gianna Nannini è stata sia con uomini (il primo grande amore era un campione di moto con cui ci furono solo baci e balli lenti, e un cuore spezzato -il suo- alla fine della storia) che con donne, come la sua attuale compagna Carla con cui vive a Londra “Sono anarchica, non credo al matrimonio. Ma conosco Carla da quarant’anni, e ho in lei totale fiducia. Se non ci fosse Penelope, mia figlia, non avrei mai fatto questo passo. Ma se mi succede qualcosa, Penelope per la legge italiana non avrebbe nessuno. In Inghilterra Carla la può adottare”.
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