Biografia Orietta Berti

Orietta Berti nasce artisticamente nel 1961 quando, dopo una lunga gavetta fatta di studio ed esibizioni in vari locali dell’Emilia, partecipa alla prima manifestazione canora ufficiale “Il disco d’oro” indetta dall’ENAL di Reggio Emilia. La sua personale interpretazione de “Il cielo in una stanza” (brano lanciato con enorme successo l’anno prima da Mina), le fa conquistare il primo posto ex-aequo con un’altra debuttante che avrà anch’essa grande successo negli anni a venire: Iva Zanicchi. Durante le varie serate, si alternano tra pubblico e giuria parecchi autori e discografici, tra i quali Giorgio Calabrese che, rimasto estasiato dalla splendida voce di Orietta, la propone alla Karim (una piccola etichetta milanese che ha lanciato tra gli altri Fabrizio De André) per alcuni provini. La Berti incide una serie di brani sudamericani in voga in quel periodo, come “Franqueza” e “Triste deception”, ma è proprio con un pezzo di Calabrese che viene stampato, nel febbraio del 1962, il suo primo 45 giri: “Non ci sarò”. Questo disco, edito in poche migliaia di copie, sembra che non sia mai stato distribuito ufficialmente, così come il secondo singolo “Se non avessi più”, dello stesso anno. Dopo questa deludente esperienza, sempre tramite Giorgio Calabrese, Orietta ottiene un contratto con la multinazionale tedesca “Phonogram” la quale, su etichetta “Polydor”, pubblica nel 1963 il 45 giri con “Serenata suburbana” e “I nostri momenti”. Nonostante lo scarso riscontro commerciale, il disco viene spesso diffuso radiofonicamente permettendo così alla melodiosa voce di Orietta di entrare pian piano nelle case della gente. Nei primi mesi del 1964, la “Phonogram” decide di affidare alla Berti la versione italiana di “Dominique”, brano di Jeanine Dekers una suora belga che si cela sotto lo pseudonimo di Soeur Sourire (Suor Sorriso), col quale ha già spopolato in gran parte del mondo ma non in Italia. La pubblicazione di questo nuovo disco apre ad Orietta le porte della tv: la canzone viene infatti lanciata durante una trasmissione televisiva RAI dedicata alla Pasqua. Grazie anche ad un discreto riscontro popolare, la notorietà di Orietta è in una fase tale da spingere Silvio Gigli ad includerla come ospite fissa nella sua popolare trasmissione radiofonica “Sorella radio”. In estate esce il singolo contenente “Tutto è finito fra noi” e “Vai Bobby, vai” (cover di “Run Bobby, run”), brano quest’ultimo con il quale partecipa alla manifestazione canora “Notturno al lido di Venezia”. In autunno la “Phonogram” mette in commercio il terzo 45 giri dell’anno con “Perdendoti” (traduzione di “Losing you”, brano noto nell’interpretazione di Brenda Lee) e “Scorderai” (cover di “Stay awhyle” lanciata in America da Dusty Springfield). L’anno seguente, il crescente successo di questa ragazza, che nel frattempo è stata soprannominata “la cantante della dolcezza”, spinge la “Phonogram” ad includerla tra i partecipanti alla manifestazione radiofonica “Un disco per l’estate” con un brano di Alberto Anelli dal titolo “Tu sei quello”. Orietta supera brillantemente tutte le eliminatorie vincendo a pieno titolo la gara. Da questo momento la sua carriera non conosce più confini: nell’autunno dello stesso anno partecipa al “Festival delle rose” con “E’ troppo facile” (mai pubblicato su disco) e un altro brano di Anelli “Voglio dirti grazie” con il quale vince la manifestazione. Pubblica un intero 33 giri (il primo della sua discografia) con le canzoni di Suor Sorriso. Il 1966 si apre con la sua prima partecipazione al “Festival di Sanremo” nel quale, inizialmente, avrebbe dovuto presentare il brano di Umberto Bindi “Non ti scorderò”, sostituito poi con la splendida “Io ti darò di più” di Memo Remigi. Poiché in quel periodo al festival ogni brano veniva proposto da due interpreti non necessariamente appartenenti alla stessa scuderia discografica, la Berti si trova a dover condividere il suo pezzo con la ben più nota collega Ornella Vanoni. Le due donne si classificano prime nell’eliminatoria e seste nella serata finale. Al “Disco per l’estate” partecipa con un brano di Pallavicini dedicato agli emigranti, dal titolo “Quando la prima stella” che purtroppo, però, non accede alla finale. Questa sconfitta non le nuoce minimamente, tanto che, subito dopo, vince il “Festival di Lugano” con la splendida “Ritorna con il sole”. Prende parte a numerose puntate dello spettacolo televisivo “Settevoci” condotto da Pippo Baudo, aggiudicandosi il titolo di rivelazione dell’anno. In autunno è tra i partecipanti di “Scala reale” nella squadra capitanata da Little Tony, nella quale interpreta “Tu sei quello” in una versione diversa dalla stessa edita su disco. Il 1967 si apre con la seconda partecipazione a Sanremo, che però, oltre che per il grande successo personale, sarà ricordata dalla stessa Orietta per il fatto che il suo brano “Io, tu e le rose” (interpretato anche dai Compagnons de la chanson) sarebbe stato citato in un fantomatico biglietto lasciato dal cantautore Luigi Tenco suicidatosi (secondo la tesi ritenuta, ad oggi, ufficiale) durante il festival. Nonostante ciò, la canzone di Orietta si classifica quinta, vince i referendum popolari di due importanti settimanali, “Oggi” e “Tv sorrisi e canzoni” e conquista la “Medaglia d’oro di TV Illustrazione” quale brano più votato di “Sanremo ‘67”. In estate partecipa nuovamente al “Disco per l’estate” con la splendida e struggente “Solo tu” (8° posto) composta per lei da Federico Monti Arduini, musicista noto con il nome de “Il guardiano del faro”. Dopo la pubblicazione del suo terzo album composto da cover ed inediti che ha per titolo semplicemente “Orietta Berti”, in autunno partecipa per la seconda volta al “Festival delle rose” ancora con un pezzo firmato da Monti Arduini: “Io potrei”, nel quale Orietta tira fuori una grinta non comune, classificandosi nella prima serata al secondo posto. Subito dopo prende parte a “Partitissima” nella squadra di Claudio Villa, interpretando “Io tu e le rose” in una versione arrangiata per l’occasione ed in ottobre, alla Terrazza Martini di Milano, riceve il suo primo Disco d'oro. Nel 1968 è impegnata nuovamente in numerose manifestazioni canore tra le quali il “Festival di Sanremo” in cui interpreta “Tu che non sorridi mai” (eseguita pure da Piergiorgio Farina) esclusa dalla finale, “Un disco per l’estate” dove la sua “Non illuderti mai” (1° nella prima serata) si piazza al secondo posto, il “Festivalbar” con la medesima canzone e “Canzonissima”, nella quale conquista il quarto posto con “Se m’innamoro di un ragazzo come te” scritta per lei da Toto Savio. Soprattutto grazie alle notevoli vendite del disco “Non illuderti mai”, intanto, le era stato consegnato il secondo Disco d’oro. All’inverno 1968 risale anche la prima esperienza cinematografica di Orietta: sull’onda del successo della sigla di “Canzonissima”, è chiamata ad interpretare il ruolo di Suor Teresa nel film “Zum, zum, zum” ed in una scena canta l’intero brano “Dominique”. Nel frattempo la Polydor pubblica il 33 giri “Dolcemente”, una raccolta di successi contenente gli inediti “Io e te” e “Volano le rondini”. L’anno successivo torna a “Sanremo” (10° posto) dove però la sua partecipazione al festival sarà ricordata più per l’abito che indossa che per il brano che canta, la splendida “Quando l’amore diventa poesia” (con la seconda esecuzione di Massimo Ranieri). Disegnato dalla stilista Mila Schön, il vestito lascia a bocca aperta il pubblico poiché la fantasia a strisce nere, bianche e gialle, alla tv in bianco e nero, ha una resa decisamente infelice! L’eco è tale che, nella popolare trasmissione “Doppia coppia”, il grandissimo Alighiero Noschese ne fa una parodia straordinaria imitando la cantante indossando un abito uguale! In estate la sua nuova canzone “L’altalena” viene presentata al “Festivalbar” e a “Un disco per l’estate”, nel quale si classifica terza. A fine stagione riprende il ruolo di Suor Teresa per il film "Zum, zum, zum n. 2", nel quale interpreta "Ogni strada". Torna a “Canzonissima” sbaragliando tutte le colleghe e rimanendo, nella finalissima, l’unica donna in gara con “Una bambola blu”.

Il successo di Orietta è ormai inarrestabile e, nel febbraio del ’70, per la quinta volta consecutiva torna a “Sanremo” presentando un valzer di Pace e Panzeri (autori che hanno firmato i suoi più grandi successi) dal titolo “Tipitipitì” (8° posto). Subito dopo il festival, esce il suo quinto 33 giri che comprende una raccolta dei più recenti brani pubblicati su 45 giri, più l’inedita “Cento secoli”. Conquista il terzo posto al “Disco per l’estate” con quella che sarà un po’ la colonna sonora della sua carriera “Fin che la barca va”. Il testo del pezzo scomoda non pochi critici e giornalisti, che l’accusano di essere addirittura una qualunquista. A luglio è protagonista assoluta di uno spettacolo televisivo Rai titolato “La cugina Orietta” nel quale, oltre a cantare le sue canzoni più note, si cimenta in fantasie di brani internazionali e d’operetta, ospitando tra l’altro grandi personaggi dello spettacolo come Erminio Macario, Françoise Hardy, Caterina Caselli e molti altri. A “Canzonissima” porta in finale l’allegra “Ah, l’amore che cos’è” abbinata nel 45 giri a “Ma ti penso sai”, sigla della trasmissione di Radio Montecarlo “Pensando a te”. Nel 1971, a causa di una controversia tra l’organizzazione del “Festival di Sanremo” e la Phonogram (la quale ritira dalla gara tutti i cantanti appartenenti alla propria scuderia), Orietta si vede costretta a cedere il suo brano”L’ora giusta” a due debuttanti che malauguratamente non accedono neanche alla finale. Qualche tempo dopo, la Polydor pubblica ugualmente il disco con il brano nella versione della Berti che, ottenuto un buon riscontro commerciale, fa da traino al sesto 33 giri della cantante intitolato “Orietta” e contenente canzoni recenti e note del suo repertorio. In primavera prende nuovamente parte al “Disco per l’estate”, dove porta in finale “Via dei ciclamini”, un brano apparentemente facile ma che tratta in realtà il tema della prostituzione. Dalle mani di Paolo Villaggio riceve ancora un Disco d’oro, il terzo della sua carriera. Alla “Mostra internazionale di musica leggera di Venezia”, Orietta si presenta con un bellissimo brano di Lorenzo Pilat dal titolo “Ritorna amore” che, nonostante si discosti notevolmente dal repertorio "leggero" degli ultimi anni, riscuote un ottimo successo. In autunno è tra i protagonisti di “Canzonissima ‘71”, presentata ancora una volta dall’accoppiata Corrado-Carrà. Nelle semifinali interpreta la citata “Ritorna amore” ed una personalissima versione di “Alla fine della strada”, brano che avrebbe dovuto presentare a “Sanremo ‘69”, sostituita poi con “Quando l’amore diventa poesia”. Il pezzo viene pubblicato come retro del singolo “Città verde”, canzone con la quale Orietta conquista la finalissima di questa edizione di “Canzonissima”. Il 1972 si apre per Orietta con un’amara delusione: il suo pezzo “Stasera ti dico di no” viene infatti scartato dalla commissione selezionatrice del XXII° festival di Sanremo in quanto giudicato di fattura ormai superata. Ma la rivincita è alle porte: inclusa tra i partecipanti al “Disco per l’estate”, la stessa canzone conquista il 2° premio nella finalissima, sbaragliando così tutte le altre colleghe in gara! Di nuovo presente alla “Mostra internazionale di musica leggera di Venezia”, interpreta uno dei brani più belli della sua intera produzione discografica: “Ancora un po’ con sentimento”. Il pezzo viene messo in commercio abbinato a “Per scommessa”, che tratta lo scottante ed attuale tema della “donna-oggetto”. Esce sul mercato “Più italiane di me”, un album con canzoni folk della tradizione italiana del ‘700, che rimane a tutt’oggi il suo 33 giri più venduto. Nell’edizione 1972\1973 di “Canzonissima” (condotta questa volta da Pippo Baudo e Loretta Goggi), Orietta presenta una sua versione di “Eternamente”, classico internazionale su musica del grande Charlie Chaplin, “Ancora un po’ con sentimento” ed in finale “E lui pescava”, un brano che la stessa Berti non ha mai amato, il cui titolo è la metafora del tradimento. L’anno successivo vede Orietta impegnatissima in una serie di concerti all’estero come Giappone e Stati Uniti; qui, tra l'altro, si esibisce al Madison Square Garden di New York. Registra per la tv lo special “Stasera ti dico di no” nel quale, oltre ad interpretare i suoi più grandi successi, racconta le varie fasi della propria carriera e vita di donna comune. Come di consueto, partecipa al “Disco per l’estate” con “La ballata del mondo” che, purtroppo, non accede alla finale e prende parte ad una puntata di “Senza rete”, nella quale ci regala una splendida versione dal vivo di “Ancora un po’ con sentimento”. La Polydor pubblica l’album “Cantatele con me”, ricco anch’esso, come il precedente, di canti popolari italiani. Dopo l’estate, prende parte alla nuova edizione di “Canzonissima” (presentata da Pippo Baudo e Mita Medici), che per la prima volta nella storia della tv viene trasmessa la domenica pomeriggio. In semifinale porta “Quando l’amore diventa poesia” e “Ancora un po’ con sentimento”; registra il provino di “Alle porte del sole” in lizza per la finale, brano affidato invece a Gigliola Cinquetti, che vincerà la manifestazione a pieni voti. Orietta, con la sua “Noi due insieme”, conquista un onorevole quarto posto che la lascia comunque amareggiata. Nel 1974, dopo ben quattro anni di assenza, torna a “Sanremo” con la bellissima “Occhi rossi (tramonto d’amore)”. Pur conquistando il terzo posto dietro alla Zanicchi (che vince l’edizione con “Ciao cara, come stai?”) e a Modugno, non sale sul podio perché in questa edizione, dopo il primo classificato, vengono considerati tutti secondi a pari merito! Purtroppo, così, l’unico piazzamento “d’onore” ottenuto da Orietta al “Festival di Sanremo” rimane nell’ombra. In autunno, dopo la pubblicazione dell’album “Così come le canto” (ultimo della fortunata trilogia folk), partecipa alla “Gondola d’oro di Venezia” con “La moglie fedele” e “La bella giardiniera tradita nell’amor”, quest'ultima presentata anche alle semifinali di “Canzonissima ‘74”. In questa manifestazione (la cui edizione a causa di alcuni problemi legati a votazioni truccate, concluderà la serie) arriva in finale con un bellissimo brano che sostituisce all’ultimo momento “Vita della vita mia”, dal titolo “Il ritmo della pioggia”. Il 1975 per Orietta si rivela un anno magico: riesce finalmente a portare a termine la sua prima gravidanza diventando, il 3 agosto, mamma di un bimbo che chiama Omar. Produce l’album “Eppure... ti amo”, ricco di splendidi best-sellers internazionali rivisitati in chiave melodica, tra i quali “Foglie morte”, “Ieri si” e la splendida “Eternamente” (dal film "Luci della ribalta" di Charlie Chaplin). Con “Eppure ti amo”, partecipa ancora una volta a “Un disco per l’estate”, unica manifestazione che la vede in gara poco prima di partorire. L’anno successivo, Orietta è impegnata nella realizzazione di uno dei dischi più belli della sua intera produzione discografica: “Zingari...” . Frutto di faticose ricerche sia storiche che musicali, rimane a tutt’oggi una delle migliori perfomance artistico-culturali della discografia italiana. Orietta interpreta le canzoni con una intensità emotiva non comune, fondendo il testo con la melodia e riuscendo a non far perdere all’ascoltatore il contatto con il vero significato del brano, così come nel caso de “Il canto del sudore” o “Mamma di un angelo”, quest’ultima quasi un’autobiografia degli anni passati. Nel 1977 Orietta prende parte al film “I nuovi mostri” girando, per la regia di Ettore Scola, l’episodio “L’uccellino della Val Padana” insieme ad Ugo Tognazzi. Quasi contemporaneamente, la Polydor pubblica il 45 giri “La nostalgia”, brano che la Berti esegue all’inizio del sopra citato film. L’anno dopo Orietta è impegnata principalmente in spettacoli dal vivo all’estero, che la portano dalla Russia al Canada fino al Giappone, tenendola lontana non poco dal suo amato pubblico italiano. Nonostante ciò, non manca all’appuntamento annuale riguardante la pubblicazione di un nuovo singolo che presenta per l’occasione a “Domenica in...”. Prende parte inoltre al film di Giancarlo Santi “Quando c’era Lui... caro Lei!”, una parodia sul fascismo con Paolo Villaggio, nel quale interpreta nientemeno che donna Rachele Mussolini! Per Rai2 registra una puntata del programma “Come mai-Speciale” dal titolo "Incontri ravvicinati a Piumazzo, provincia di Modena" in cui interpreta il ruolo di una cantante melodica che viene assassinata sul palco durante un’esibizione, per mano di alcuni giovani contestatori. L'anno dopo, la Polydor mette in commercio l'album "Pastelli", una raccolta dei suoi più recenti successi, con l'aggiunta di 3 inediti e una nuova versione de "L'amoroso", già incisa nel 1974.

Dal 1979 al 1983, Orietta realizza esclusivamente una serie di dischi per bambini, partendo dalla colonna sonora della serie televisiva “Barbapapà” interpretata in coppia con Claudio Lippi, continuando con “La balena” (sigla di “Fuori due” abbinato alla Lotteria Italia), fino a “La barca non va più” presentata al “Festival di Sanremo” ’81, clamorosamente tra le “nuove proposte”. La scelta di questo repertorio coincide con la seconda gravidanza di Orietta che, a febbraio del 1980, diventa nuovamente mamma di un altro maschietto chiamato Otis, in onore del grande musicista jazz Otis Redding che Orietta ha sempre ammirato. A febbraio del 1982, torna a Sanremo con delle bambine vestite da majorette al seguito, inspiegabilmente ancora tra le “nuove proposte” nella cui sezione le fa compagnia il grande Claudio Villa: presenta “America in” (ultimo firmato dal duo Pace\Panzeri), brano poco consono alle mode musicali del periodo, che non accede alla finale. Conclude la parentesi di canzoni dedicate al mondo dell’infanzia “Tagliatelle”, che fa da sigla ad una rubrica di cucina all’interno di “Domenica in...”. Diventata produttrice di se stessa, nell’autunno del 1984 torna alla grande in tv partecipando alla trasmissione televisiva “Premiatissima ‘84” in onda su “Canale 5”, nella quale interpreta sei brani tratti dal repertorio di altri artisti tra i quali “Se stasera sono qui” di Tenco e “Io che amo solo te” di Endrigo. A fine anno esce per la Ricordi il 33 giri “Le mie nuove canzoni” contenente otto brani inediti composti da Umberto Balsamo e che segnano l’inizio di una fortunata collaborazione artistica tra lei e il cantautore siciliano. L’anno successivo vede Orietta impegnata in diverse partecipazioni televisive atte principalmente a promuovere il nuovo Lp. Con l’avvicinarsi del “Festival di Sanremo”, a gennaio 1986 vengono resi pubblici i nomi dei partecipanti, della cui rosa fa parte a sorpresa anche Orietta che porta in gara uno splendido brano di Balsamo e Raggi dal titolo “Futuro”, un talismano per la paura della guerra che aleggia in quel periodo. Con i voti-cartoline del Totip, la Berti si piazza al sesto posto, sbaragliando artisti del calibro di Loredana Berté e Zucchero. Subito dopo il festival, esce nei negozi il nuovo album che porta il titolo del brano sanremese e contiene altri otto pezzi inediti sempre di Umberto Balsamo. Con uno di essi, e precisamente “Senza te”, conquista il 4° posto nella puntata finale di “Premiatissima ‘86” e torna dopo parecchi anni in superclassifica. Nell’88, viene annunciata la sua partecipazione al “Festival di Sanremo” con il brano “Italia” ma, all’ultimo momento, la canzone viene affidata a Mino Reitano che ne fa una versione marcatamente popolare. L’ascolto del brano da parte dei fans della cantante, fa ringraziare loro il cielo (nonostante la sua esclusione) per non averla interpretata lei. La mancata promozione del pezzo da parte della Berti dovuta a precedenti accordi, induce la cantante ad agire legalmente contro gli interessati così che nel 1996, dopo aver vinto la causa, il danno le sarà risarcito. Nel 1989, tenta nuovamente la carta di Sanremo presentando alle selezioni il brano “Tarantelle”, una denuncia contro le magagne dei politici di turno. Il testo viene giudicato dalla commissione selezionatrice troppo provocatorio, per cui le viene chiesto di modificarlo. Orietta, piuttosto che far perdere alla canzone il vero significato, preferisce rinunciare al festival inserendo il brano in versione originale nel nuovo album autunnale “Io come donna”, che chiude la fortunata collaborazione con Balsamo.

Nel 1991, Adriano Aragozzini, che già l’anno prima aveva preso in mano l’organizzazione del festival , boccia la splendida “Incompatibili ma indivisibili” più per una questione personale che artistica. Il brano, composto da Giancarlo Bigazzi, rimane a lungo nel cuore di Orietta che spera di poterlo riproporre negli anni a venire, ma il comico Federico Salvatore, coautore, lo incide inserendolo in un suo cd così che, non essendo più un inedito, non può essere presentato alle successive selezioni. Il 1992 si rivela per Orietta un anno importantissimo dal quale inizia una nuova inarrestabile scalata al successo che si protrae a tutt’oggi. Partecipa per l’undicesima volta al “Festival di Sanremo” in coppia con Giorgio Faletti presentando il brano “Rumba di tango”. I due non accedono alla finale ma il loro pezzo risulta essere uno dei più gettonati di quell’edizione. In autunno prende parte alla trasmissione domenicale di Rai2 “Acqua calda”, nella quale interpreta grandi successi italiani di Lucio Dalla, Zucchero e Pino Daniele rivelando un’ironia mai tirata fuori in precedenza. L’anno dopo debutta su Italia 1 come conduttrice del programma “Rock’n’roll” diretto da Gianni Boncompagni, nel quale le esibizioni delle ragazze di “Non è la Rai” si alternano a quelle di piccoli cantanti introdotti da Orietta. Purtroppo, l’accostamento delle succinte ragazze ai bambini “prodigio” suscita non poche polemiche da parte dei vari comitati a tutela dell’infanzia, cosa che provoca la sospensione di quel segmento del programma. Nel ’94 prende parte ad alcune puntate monografiche della trasmissione pomeridiana di Rai1 “Mi ritorni in mente” ideata e condotta con grande professionalità da Red Ronnie, nella quale vengono mostrati filmati d’epoca e partecipazioni di Orietta a programmi tv ormai dimenticati. Subito dopo, le sue partecipazioni televisive non si contano più nonostante una battuta d’arresto causata nel ’95 da un incidente stradale dal quale esce miracolosamente quasi illesa. Nell’autunno dello stesso anno entra a far parte del cast di “Domenica in”, edizione condotta da Mara Venier nella quale, oltre ad interpretare i suoi successi, partecipa a fantasie musicali con il “compagno di squadra” Jimmy Fontana. Nella primavera del 1996 torna alla Polydor pubblicando il cd “Per questo grande ed infinito amore” che, oltre a contenere due inediti (uno dei quali firmato dal bravo Gatto Panceri) ripropone quasi per intero i due album del 1967 e 1975. A giugno è ospite quasi fissa del programma di Paolo Limiti “...E l’Italia Racconta”, seguita l’anno dopo da “Ci vediamo in tv”. Entra a far parte del programma di revival condotto da Fabio Fazio e Claudio Baglioni “Anima mia”, che ottiene un enorme successo. Indimenticabile un momento di grande intensità che Orietta e Baglioni ci hanno regalato durante l'ultima puntata del programma: uno straordinario duetto sulle note di un grande successo di Umberto Bindi degli anni '60, "Il nostro concerto". Quasi a fine anno, conduce con l’appoggio di Fazio l’edizione annuale di “Sanremo giovani”, nel quale dimostra grande ironia e professionalità. Per la maggior parte dei giornali infatti, l’unica vera vincitrice della manifestazione risulta essere proprio lei. Dal ’97 al 2000 Orietta è ospite fissa ed inviata speciale di “Quelli che il calcio”, programma sportivo di Rai3 (emigrato poi su Rai2) condotto da Fabio Fazio. La simpatia che Orietta rivela in queste edizioni, la porta a conquistare gran parte di quel pubblico che fino ad allora l’aveva sempre emarginata. Nel 1999 fa parte del cast di “Sanremo notte” e, con Teo Teocoli, sale sul palco dell’Ariston durante la serata finale nella quale, per scendere la lunga scalinata, si toglie a sorpresa le scarpe! Approfitta dell’occasione per incidere il brano “Incompatibili ma indivisibili” (realizzando così il sogno di qualche anno prima), che viene inserito nella compilation del festival pur non essendo in gara. Pubblica un nuovo cd che prende il titolo dal suddetto brano e continua a partecipare alle varie trasmissioni di Paolo Limiti senza però una cadenza fissa.

Nell’autunno del 2001 lascia la Rai per Mediaset, entrando a far parte del cast fisso di “Buona domenica” (trasmissione pomeridiana di Canale 5 nella quale ha militato fino alla stagione 2005/2006), dove alterna intensi duetti musicali con Claudio Lippi e Luca Laurenti a momenti di grande ironia. Il 10 ottobre 2003 esce il suo nuovo album "Emozione d'autore", un disco dedicato ad alcuni dei massimi esponenti della canzone d’autore italiana, nel quale Orietta ha inserito le canzoni che ha più amato tra quelle che hanno visto la luce fra gli anni ’60 e gli anni ’90. Troviamo, tra le altre, creazioni di Sergio Endrigo, Umberto Bindi, Riccardo Cocciante, Franco Califano, Beppe Cantarelli e l’immancabile binomio Mogol-Battisti. Nell'edizione 2004\2005 di "Buona domenica", Orietta conquista una posizione d'onore con ben due spazi musicali: nel primo (in apertura del programma), si cimenta in una fantasia musicale prettamente folk; il secondo appuntamento canoro, riservatole nella fascia che va dalle 15.30 alle 17.00, la vede impegnata nell'esecuzione di pezzi inediti per il suo repertorio discografico che le permettono (grazie anche alla grande orchestra diretta da Demo Morselli) di spaziare dai brani sudamericani alle canzoni d'autore italiane ed internazionali, dando ancora una volta grande prova della sua versatilità artistica e delle grandi capacità vocali ed interpretative di cui dispone. Questa nuova esperienza, culmina nel maggio 2006, con l'uscita di un nuovo album dal titolo "Exitos latinos" in cui Orietta, con l'orchestra diretta dal bravissimo Demo Morselli, rivisita praticamente dal vivo alcuni grandi successi latino-americani del secolo scorso tra i quali "Quizas, quizas, quizas" lanciata negli anni '50 dal grande Nat King Kole, "Cachito" e "Besame mucho" firmate da Valasquez, "Tres palabras" e "Sabor a mi" già note in Italia negli anni '60 grazie alla splendida voce di Mina e "Amor, amor amor", un intenso pezzo già portato al successo dalla bravissima Caterina Valente. A giugno dello stesso anno lascia Mediaset per tornare in Rai dalla porta principale: è infatti nel cast di "Ballando con le stelle", programma abbinato alla "Lotteria Italia", dove concorre istruita dal ballerino Andrea Placidi. Anche se la coppia viene eliminata alla terza puntata, fino ad allora la simpatia di Orietta scatena delle vere e proprie ovazioni da parte del pubblico in sala, a conferma del grande affetto nutrito per lei. Nel 2007, oltre alla promozione dell'album pubblicato l'anno precedente, vanta numerose partecipazioni televisive, soprattutto a "Domenica in"; qui incontra il trombonista Sandro Comini che la vuole come guest star nel suo album "Vietato lamentarsi", in cui arrangia, per l'occasione, il grande successo di Bruno Martino "E la chiamano estate", che Orietta interpreta con grande passione. Da questa collaborazione, nasce l'idea di realizzare un intero album insieme; così, nell'autunno del 2008, il progetto si concretizza in "Swing - Un omaggio alla mia maniera", un disco ricco di melodie anni '50, intriso di sfumature jazz. A fine anno, per omaggiare la prestigiosa carriera di questa poliedrica Artista, la Universal music mette in commercio un cofanetto contenente cinque cd, comprendenti gran parte della produzione originale Polydor (con l'aggiunta di 7 inediti) che va dal 1963 al 1978. All'inizio del 2009, Orietta è tra i partecipanti al programma di Rai uno "Ciak, si canta!", una gara tra videoclip dei maggiori successi italiani degli ultimi 40 anni. La Berti, oltre a vincere una puntata, porta in finale un'ironica versione di "Fin che la barca va", già presentata con successo a luglio dell'anno precedente, durante una puntata di rodaggio della stessa trasmissione.

Il segreto di questo inarrestabile successo sta forse nella semplicità e nella coerenza artistico-professionale che Orietta ha sempre dimostrato di avere, cercando di non deludere mai il suo amato pubblico con azzardati colpi di testa rimanendo così un esempio di serietà per tutti.
Fonte: oriettaberti.it