Biografia Gianni Vezzosi

Nasco a Catania il 19/Settembre/1970; dopo pochi giorni dalla mia nascita i genitori si trasferiscono in una città del nord, precisamente a Milano, dove vi rimaniamo fino al compimento del mio tredicesimo anno.

Per papà non era importante se fossi nato a Milano o a Catania, ma c′era una persona che imponeva la mia nascita a Catania. Era il mio nonno paterno.

È stata un′infanzia molto difficile a causa della consistenza del nucleo familiare.

Mio padre doveva sfamare 9 figli: 7 femmine e 2 maschi... vi lascio immaginare i sacrifici di quel poveruomo, ma lui (papà), forza della natura, non si fermò lì, infatti dopo diversi anni arrivò un′altra femminuccia, così arrivammo a 10.

Si dava da fare papà eh!!!

La permanenza a Milano mi diede un′ottima educazione che ancora oggi resta nel mio carattere.

Nel 1983 prese la decisione di ritornare a Catania.

I primi anni furono terribili: ho dovuto fare a pugni con una realtà completamente diversa per mentalità ed usi, pensate mentre a Milano un calcio ad un pallone lo davo in un verde prato, a Catania, precisamente nel quartiere Picanello, il prato c′era, ma di spighe e roveti.

A 15 anni mi ritrovai con una spugna ed un secchio nelle mani, aiutavo papà perché aveva tanto bisogno.

Ho un ricordo bellissimo di mio padre quando la sera prima di addormentarmi mi cantava delle antiche canzoni napoletane.

Quella immagine la porto sempre dentro il mio cuore.

Da lì capii che il mio unico sogno era quello di cantare.

Ognuno di noi ha un punto di riferimento, il mio è stato e sarà il grande Nino d′Angelo, sicuramente uno dei più grandi in assoluto.

Passavano gli anni e questa passione cresceva sempre più, ma come gestirla se non avevo nemmeno i soldi per comprarmi le sigarette!

In quel periodo mio padre mi presentò ai proprietari di uno studio discografico catanese, la Step Record, ai quali spiegò il suo ed il mio desiderio di poter realizzare un lp (oggi si chiama cd).

La prima cosa che dissero fu: “ci vogliono 10 milioni, avete queste soldi da spendere?”.

Papà ci restò male, non si aspettava che quelle persone facessero quella richiesta.

Mi crollò il mondo addosso.

Sapevo che papà con quello che guadagnava doveva portare avanti la famiglia.

Tornammo a casa sconfitti. Avevamo perso la battaglia, ma non la guerra.

Non mi arresi, io ho la testa dura, e così continuai a bussare ad altre porte.

Arrivai alla GS Record, mi presentai al maestro Gino Finocchiaro (grande fisarmonicista) facendogli ascoltare il brano “Malafemmina”, di Totò.

La mia voce piacque molto ma anche lì mi dissero “Hai i soldi?”.

Stavo per arrendermi. Era il 1988, cambiai abitazione, trovai lavoro come lavaggista.

Che fatica ragazzi! Dieci ore di lavoro al giorno, le mani sempre bagnate, col rischio di perdere la voce.

In quel periodo mi aiutò Nuccio Spampinato. Il suo intervento prezioso mi fece capire il senso della vita.

La nuova abitazione mi portò fortuna, proprio lì a cento metri c′era il Pick Up, uno studio discografico gestito da Gianni Anastasi.

Feci un provino dove assistette una ragazza dagli occhi verdi e dai capelli color oro: Sandra Petruzzelli, fu lei a dire: “Ragazzi questo è uno forte”, e mi fece subito registrare un brano del suo album. Complimenti e auguri.

Fu un bel duetto e un buon successo. Sandra cominciò a lavorare per me, si mise in contatto con diversi autori, tra questi Nando Rossano.

Per farmi arrivare dei brani che fossero adatti alla mia timbrica fu una ricerca impegnativa, si fecero diversi provini, lavorammo molti mesi, ma alla fine riuscimmo a realizzare il primo album.

Tutte le radio siciliane trasmisero il brano, “Attimi”, scritto dalla Petruzzelli.

Da lì cominciò la storia!!!..........
Fonte: giannivezzosi.it