Tiziano Ferro, l’intervista dopo l’uscita dell’album

02
Dic
2016
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Attesissimo l’ultimo album di Tiziano Ferro dal titolo “Il mestiere della vita“, anticipato nei giorni precedenti dal singolo “Potremmo Ritornare“; questo album come già si era capito è una sorta di confessione/racconto dell’artista.

Ed è proprio per questo motivo che a poche ore dall’uscita di questo nuovo album, a distanza di ben 5 anni dal precedente, sul quotidiano LaRepubblica comprare una bellissima intervista fatta all’artista, uno tra i più amati in Italia, attraverso la quale si racconta e racconta questo nuovo importante lavoro discografico.

Di tutta l’intervista i momenti più significativi sono due, in cui si parla del contenuto reale dei testi prodotti e dell’unione tra melodica ed elettronica che quest’album con le sue tracce rappresenta.

E alla fine, dopo dubbi, indecisioni, passi avanti, oggi Tiziano Ferro si piace di più…
“Mi piaccio? Se lo dice lei ci credo! Di certo ho imparato a fidarmi degli altri, anche a livello spirituale, ho imparato a consegnare me stesso alla vita, al destino, all’universo, a Dio, se lo vogliamo chiamare così. Ho imparato ad accettare il risultato di alcune cose che non sono sotto il mio controllo, ho smesso di addossarmi la responsabilità di tutto. Delegare alla vita alcune cose ti fa vivere un po’ meglio. Così, all’inizio, l’idea del titolo dell’album era Il mestiere della pace, poi mi sono detto che stavo correndo troppo, non sono ancora arrivato alla pace. Ho imparato ad amare la vita: intanto parliamo di questo, parleremo di pace più avanti”.

Ascoltando le canzoni si capisce che l’amore è e resta il motore della sua arte.
“È una sorta di condanna, non so se ne sono addirittura ossessionato. Ma mi sento come chiamato dalla vita a cantare l’amore, non riesco a fare altro. Lucio Dalla una volta disse a Samuele Bersani “per scrivere una canzone vera non puoi rifiutare il dolore e abbellirla a tutti i costi con il linguaggio poetico, il dolore lo devi capitalizzare”. È quello che ho fatto io senza nemmeno rendermene conto. Quando mi sono sentito vittima di un certo tipo di fatica nei rapporti ho usato la canzone, l’ho fatto inconsciamente, per me, ma è stata anche una vendetta per il dolore subito, magari la canzone mi porterà gioia, è un meccanismo che non ho mai razionalizzato, so solo che è così”.

L’album è magnificamente in bilico tra grande melodia e elettronica. È stata una scelta o è avvenuto naturalmente?
“Direi che è successo, non ho fatto scelte razionali. Ho avuto il lusso di avere moltissimo tempo e questo tempo l’ho usato spesso per giocare con i suoni, ho ricomprato le cose che usavo a venti anni per fare i demo e tutti i demo li ho fatti da solo, giocando come veniva. Alla fine mi sono trovato in mano una quindicina di canzoni “.

Un album quello uscito oggi che è stato molto atteso da tutti i seguaci del cantante che una volta, e sicuramente ancora oggi, emoziona con i suoni brani, la sua voce e i suoi testi.