Musica italiana in radio, Mogol “Era ora, ma la tutela dei nostri bene non è una cosa politica”

18
Feb
2019
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La recente proposta della Lega sulla rotazione radiofonica dei brani italiani sta dividendo gli ascoltatori. C’è chi infatti etichetta questa idea come qualcosa di politico, chi invece cerca di capire l’aspetto più profondo della questione.

Una canzone ogni tre deve essere italiana” questo è il titolo del tema che nelle ultime ore sta facendo discutere e dividendo tutti i personaggi noti del mondo della musica italiana, dagli artisti stessi ai personaggi che lavorano dietro alle quinte di questo mondo. Tra i sostenitori della proposta non c’è solo Al Bano, che dal suo punto di vista considera la cosa non come una manovra politica, nelle ultime ore al suo pensiero si è unito anche il grande Mogol che vede qualcosa di patriottico in tutto questo.

“Era ora, abbiamo aspettato anche troppo – ha detto il paroliere numero uno in Italia – Tutelare e promuovere la nostra creatività musicale non è di destra e nemmeno di sinistra. Semplicemente, è una idea intelligente […] Una volta l’industria discografica investiva sui giovani. Davano agli artisti in erba il tempo e il modo di provare, due o tre album per sperimentare. oggi è tutto un mordi e fuggi […] La cosa migliore in questo disegno di legge è che prevede un dieci per cento di spazio per la musica giovane. Io spero che il Parlamento sia sensibile all’iniziativa”.

Una manovra questa che potrebbe portare ancora una volta, come già successo a Sanremo, a unire due mondi completamente distanti a discapito probabilmente della vera questione centrale, ovvero la difesa del Made in Italy.