Morgan, dopo le critiche ai talent arriva a The Voice “Necessità lavorative ed economiche”

24
Apr
2019
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Morgan torna a sedersi sulle poltrone dei giudici di un talent, nonostante le sue pesantissime critiche contro questo format televisivo, l’artista ed leader dei Bluvertigo fa un passo indietro.

Ieri sera su Rai2 è andata in onda la prima puntata della nuova edizione di The Voice Of Italy, che ha visto proprio Morgan con Elettra Lamborghini, Gigi D’Alessio e Gue Pequeno al timone del banco giudici.

Nessuno si sarebbe mai aspettato che il suo nome venisse confermato eppure l’artista ha dovuto cedere alla proposta e solo oggi spiega il vero motivo. Lui che aveva criticato tanto i talent, oggi torna a farne parte “Il motivo è sia artistico, legato al fatto culturale, che alle necessità contingenti del diritto al lavoro, cioè: io ho bisogno di lavorare. Se unisci lo sputtanamento che mi ha assalito da alcuni anni a questa parte a quello che le madri delle mie figlie continuano a fare su di me, io ho una pessima reputazione e questo non giova alla mia professione. Infatti mi sono trovato senza lavoro, nonostante abbia dimostrato di avere delle qualità e di essere una persona che si impegna”.

Le vicende di Morgan, sia artistiche che soprattutto private sono ben note alla stampa: dopo le recenti accuse delle due ex, per il mancato pagamento degli alimenti, a Morgan sarebbe stata tolta anche la casa e così lui si sarebbe trovato costretto a scendere a compromessi lavorativi.

Ora mi hanno dato quest’occasione, perché rifiutarla? Essere assunto da qualcuno che mi dà uno stipendio per fare quello che sono capace di fare. – racconta a Red Ronnie per Optimagazine –  Tutti hanno diritto a questo. Ho un sacco di tasse arretrate da pagare che non ho causato io, ma mi hanno fregato, come capita spesso a chi non pensa tanto ai soldi. Mi sono trovato in una situazione che in qualche modo devo risolvere. Poi queste madri dei miei figli continuano a dire: “Vogliamo i soldi, vogliamo i soldi”. Da qualche parte dovrò pur tirarli fuori questi soldi e più che dire “Voglio lavorare” non posso fare, visto che non considero l’idea di rubarli o di crearli da zero come un falsario. Ecco, mi offrono un lavoro, sarei un coglione se non accettassi, anche perché si apre la possibilità di farlo in maniera bella, dignitosa e qui arrivo sul secondo tema, che è quello della ragione culturale” .