“Mio padre fu rapito, per noi fu la crisi. Mi rialzai e da allora diventai Mika”

17
Set
2019
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Ha fatto pace con il suo passato Mika, oggi uno degli artisti più noti della musica mondiale che nasconde dietro alle sue canzoni un grande dolore. Per la prima volta il giovane cantante si racconta a Vanity Fair rivelando momenti drammatici della sua infanzia.

Mio padre, consulente finanziario, era stato preso in ostaggio in Kuwait nell’ambasciata americana. È tornato sette mesi dopo, completamente cambiato. Prima era papà, poi era Mike: non riuscivamo più a chiamarlo papà, quell’uomo magro con la barba, che aveva vissuto cose fortissime, noi figli non lo riconoscevamo più”.

Inizia con queste parole e questo ricordo doloroso il racconto della sua vita, fin da quando era bambino Michael Holbrook Penniman Jr. (questo il suo nome all’anagrafe) ha dovuto combattere con un grande dolore dal quale, grazie all’aiuto della madre che lo ha sempre spronato a darsi da fare anche nel lavoro, è rinato con una “nuova” identità”.

Ci siamo trasferiti a Londra dove abbiamo vissuto in un bed and breakfast per due anni. Dovevamo ricostruire la nostra vita da zero. È in quel momento che tutti i miei problemi esplodono, su tutti la dislessia, e poi l’insegnante violenta e l’espulsione da scuola”.

La sua rinascita sta tutta nel personaggio di Mika, quello che è oggi “Mia madre mi mise sotto con il canto: quattro ore di esercizio al giorno. Non voleva la popstar: per me voleva il successo, che per lei significa coltivare un talento creativo, trovare soddisfazione nell’espressione artistica, che è come un superpotere che nessuno può toglierti e che ti dà la vera libertà. Ma la mia nuova vita di allenamento costante mi ha allontanato ancora di più da mio padre. Perché a quel punto ero diventato un progetto: il progetto di mia madre”

Ma la vera svolta, la vera ripartenza arriva dopo, molto dopo,” alla vigilia di questo ultimo disco La rivelazione è avvenuta due anni fa in un cimitero della Georgia, nel Sud degli Stati Uniti, davanti alle tombe degli antenati su cui era inciso il cognome paterno, Penniman, e in alcuni casi anche i suoi due nomi di battesimo, Michael Holbrook (…). Ho sentito il bisogno di difendere le mie radici e ho cominciato a scrivere: My Name is Michael Holbrook, I was born in 1983. Mi chiamo Michael Holbrook, sono nato nel 1983”.