Jovanotti: “Io al summit segreto per decidere il futuro”

19
Giu
2015
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Jovanotti è stato ospite speciale di un incontro all’Università di Firenze, nell’ambito di una lezione del corso di Istituzioni di Diritto pubblico.
Durante questo incontro, Lorenzo Cherubini si è lasciato andare a rivelazioni piuttosto forti circa un evento molto esclusivo a cui aveva partecipato. Ecco le sue parole:

“Mi è successa una cosa… sono stato a un summit segret… ehm, privato, molto, molto esclusivo organizzato da una delle più grandi aziende del mondo, un’azienda di internet.
In questo summit c’erano quelli che, secondo loro, erano le 80 persone più importanti del pianeta per quanto riguarda il futuro. Adesso io non posso parlare liberamente di questa cosa qui perché era – si dice – ‘off the record’, ovvero era un incontro a porte chiuse senza nemmeno la connessione internet che – voi direte – per un’azienda internet… però di fatto è stato molto interessante
Vi domanderete anche: e tu che c’entravi fra quelle 80 persone? E’ una domanda intelligente, io me la sono fatta per primo. Il punto è che siccome questa cosa avveniva in Italia loro avevano piacere di avere un personaggio della cultura popolare, pop italiana avanzata, secondo loro…
La cosa interessante di questo incontro che è durato quattro giorni è che c’erano Premi Nobel, c’erano amministratori delegati di grandissime multinazionali, farmaceutiche, tecnologiche, ingegneri, c’erano addirittura attivisti per i diritti umani, femministe, il più grande skater del mondo, Tony Hawk, alcuni di voi lo conosceranno… c’erano surfisti… Non c’era un politico, neanche uno! C’era il capo della Banca Mondiale…Perché non c’erano i politici? Io l’ho domandata questa cosa: ‘Perché non servono’, hanno detto loro. Nel senso che in questo ambito la politica non è importante: ‘Noi qui si decidono le cose’. Le cose si decidono non più a livello politico, la visione non è più politica.
Questo è drammatico eh, non sto dicendo… e poi non è che farò un balletto su questo tavolo per festeggiare questa cosa, ma la situazione è questa. Nel senso che la politica amministra questa situazione, ma le scelte non le fa la politica, non le fa più la politica. Una volta le faceva solo la politica, poi a un certo punto le ha fatte insieme a… a… e poi non le ha fatte più, perché la politica cerca consenso e cercando consenso sbagli sempre. Se tu cerchi consenso sbagli sempre.
Se tu vuoi ottenere la benevolenza di qualcuno devi dargli una gratificazione immediata e la gratificazione immediata è quasi sempre un errore.
[…]
Io in quei quattro giorni, ascoltando questa gente parlare, sono uscito entusiasta, entusiasta per il fatto che comunque le cose si possono fare… Quello che era interessante lì era chiedersi: e l’Italia? Che facciamo noi dentro questa roba qua? Chi siamo noi? Non c’erano molti italiani… c’ero io e se mi trovavo lì un motivo c’era”