Intervista esclusiva a Jimmy Bennett “Asia la chiamavo mamma, poi mi ha violentato”

24
Set
2018
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A distanza di alcune settimane dallo scandalo Bennett-Argento, il giovane ragazzo parla per la prima volta davanti alla telecamere: le sue dichiarazioni vengono rilasciate in esclusiva a Massimo Giletti, durante l’intervista a L’Arena.

L’attore e musicista rock riconferma ogni accusa, parlando pubblicamente di molestie e sostenendo in modo sempre più forte e insistente il suo ruolo di “vittima” in tutta questa storia. Al giornalista in TV ha dichiarato Asia mi ha violentato, è stato un rapporto completo”.

Parole durissime le sue che tornano a mettere in cattiva luce l’attrice e conduttrice tv, già denunciata per molestie ai danni di un minore.

C’è una perfetta corrispondenza tra lo schema Asia e lo schema Weinstein. Anche Asia – afferma – ha abusato del proprio potere. Asia la chiamavo mammaprosegue ancoraquesto è il sentimento che ci ha legato dal primo giorno. Il nostro rapporto è sempre stato molto ravvicinato. Il legame tra me e lei era speciale. Asia era molto concentrata sul film (Ingannevole, del 2004, diretto dalla Argento) e voleva incarnare il rapporto madre e figlio in modo che fosse più realistico possibile, ma sembrava andasse oltre l’aspetto professionale”.

La storia che lega i due non era finita con il termine delle riprese, ma era proseguita ancora nel tempo, nonostante fosse solo astratto “Dopo il film del 2004 il nostro rapporto è continuato via sms, via mail, ma non l’ho più vista. Non c’è mai stato un altro incontro faccia a faccia per dieci anni. L’ho tenuta aggiornata sulla mia attività e lei si sentiva anche con mia mamma”.

Infine secondo le dichiarazioni del giovane, sarebbe sempre stata la Argento a cercarlo, dipingendosi ancora in queste parole come la vittima di questa storia “E’ stata Asia, nel 2013, a propormi l’incontro via Twitter e poi con mail private abbiamo stabilito di incontrarci. Non ero sorpreso, sapevo che prima o poi ci saremmo incontrati ed ero contento di vederla.  Asia continuava a inviarmi delle foto e dei bigliettini che scriveva nella sua stanza di hotel. Per me c’è sempre stata una barriera culturale, non sapevo se il suo atteggiamento fosse una maniera di mostrare affetto e quindi non sapevo cosa aspettarmi. Per me – conclude – era come incontrare una amica”.