Gino Paoli “Canterò per la nostra Genova, tra sei mesi per risvegliare le coscienze”

19
Ago
2018
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“Le polemiche non servono a nulla” afferma il cantautore italiano, che pur non essendo nato a Genova vede in questa città, come milioni di Italiani, un pezzo della propria terra. E con le sue parole ha ragione, le polemiche ora servono a poco, bisogna pensarci prima ad evitare tutto questo.

Cosa rimarrà da oggi in poi di questo disastro? Un ricordo, che andrà ad affievolirsi nel tempo, come è successo sempre per ogni tragedia. E sarà proprio allora, quando in tanti avranno “dimenticato” questo dolore e questa rabbia che Gino Paoli salirà sul palco con la sua musica per un concerto per Genova.

Al Messaggero dice “Sarà un concerto come quello che feci dopo l’alluvione di quattro anni fa. Vennero tutti, Renato Zero, Renzo Arbore, Ornella Vanoni.Se chiamassi di nuovo, penso che succederebbe la stessa cosa. Raccogliere soldi, in questi casi, serve sempre: penso agli sfollati. Ma non lo farei subito. Meglio fra sei mesi, così servirà a risvegliare le coscienze quando si saranno addormentate, dimenticando tutto”.

Anche i suoi sono commenti di rabbia per quello che è accaduto, per le vittime (sempre troppe) che forse avrebbero potuto non esserci se le cose col tempo sarebbero andate diversamente “Più fatti, meno parole. Da noi comanda sempre il concetto del piove, governo ladro. Qualcuno deve avere la colpa con cui prendersela e si cerca il capro espiatorio. Bisognerà, invece, ripensare rapidamente all’idea della Gronda, la città così resta spezzata in due e per la circolazione è un vero casino, perché c’è solo una strada alternativa”.

Infine conclude con un messaggio che lascia da parte la rabbia “Vedo i miei concittadini molto solidali. Davanti a una sciagura, la genovesità fa miracoli”.