Cristicchi preso di mira dai vandali: il cantante contestato per lo spettacolo sulle Foibe

12
Feb
2014
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Come saprete, Simone Cristicchi ha recentemente messo in scena “Magazzino 18”, lo spettacolo dedicato all’esodo forzato di 350000 Italiani dalle terre tornate nei confini jugoslavi dopo la pace del ’46, la tragedia delle Foibe. Scritto con Jan Bernas – autore del libro ‘Ci chiamavano fascisti. Eravamo italiani’, nda), lo spettacolo ha riscosso un successo da 20000 spettatori e oltre 30 repliche ma nonostante questo non sono mancate dure contestazioni di natura politica fatte a Cristicchi:

In molti hanno richiesto la sospensione della messa in scena, ritenendo fosse uno show creato da individui di estrema destra: “Succede che questa storia è stata sempre un baluardo per l’estrema destra – ha spiegato Simone Cristicchi – e, di conseguenza, l’estrema sinistra ha sempre cercato di attaccare e giustificare in qualche modo le foibe, cosa che non mi trova assolutamente d’accordo”.

1Le critiche non sono state – ahimè – solo di natura verbale. Il cantautore, che in questi giorni è al Teatro Vittoria di Roma per presentare un altro spettacolo teatrale intitolato “Mio nonno è morto in guerra”, è stato infatti preso di mira da un gruppo di vandali che hanno imbrattato l’ingresso del teatro con una serie di scritte con vernice spray e con l’affissione di una serie di volantini inneggianti a Tito e ai partigiani della Jugoslavia.

Simone Cristicchi ha scattato una serie di foto per testimoniare l’atto vandalico e le ha pubblicate poi sulla sua pagina Facebook ufficiale. Solo pochi giorni fa “Magazzino 18” era stato oggetto di contestazioni anche a Scandicci, dove era di scena presso il Teatro Aurora: lì, un gruppo di protestanti era salito sul palco armato di megafono e striscioni.

4“Addirittura -denuncia Cristicchi – oggi c’è chi va in giro con la maglietta ‘i love foiba’, gente che scrive sulla mia pagina Fb ‘le foibe sono ancora aperte per voi, ti ci accompagno io‘. Insomma c’è uno scontro violentissimo su questa vicenda”.

Il cantante di “Ti Regalerò Una Rosa” non intendeva certo provocare, con il suo spettacolo: “Non è uno spettacolo che parla delle foibe, come è stato erroneamente detto, ma si concentra molto di più su quelli che io ho definito ‘i morti di esodo’: coloro che morirono successivamente a questo sradicamento forzato. Si prendono le parti delle sole vittime”.