Cesare Cremonini, il dopo San Siro “Non lo dimenticherò mai, anzi vorrei ripeterlo”

22
Giu
2018
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Ne hanno parlato tutti, proprio tutti, del grande concerto Milanese di Cesare Cremonini che è salito sul palco con una grande energia, una grande musica fatta dei suoi più magici successi, ma sopratutto uno spettacolo unico che lui confessa “Vorrei Ripetere”.

Lo spettacolo è stato “spettacolare”, lo hanno detto tutti, ma il vero bilancio di quella serata milanese, la numero 2 del suo tour di questa estate, la fa il diretto artista, a due giorni dall’evento e su Facebook.

In lungo posto che suona come una pagina di diario, Cesare Cremonini si apre al suo pubblico (ancora) e racconta tuto, minuto per minuto, dal dietro le quinte, allo spettacolo, alla fine, al dopo e alle sensazioni di oggi.

Cosa si prova prima di un concerto a San Siro?scriveDopo un mese fuori casa a costruire uno spettacolo gigantesco, lavorando tutti i giorni su un palco enorme, i miei occhi si erano disabituati alle nostre dimensioni molto più contenute. 

È vero, le cose grandi mi hanno sempre incuriosito, perché solitamente sono inaccessibili, complesse, a volte pericolose anche quando se ne dice un gran bene. Le montagne più alte all’orizzonte, quelle che si possono solo guardare. Per citare cose più sciocche e terrene le mega barche nei porti, quelle che puoi arrivarci anche in elicottero, le montagne russe, l’America e i suoi grattacieli. I monumenti imperiali. Gli stadi pieni dei grandi concerti. Tornato a casa ho cenato prima del tramonto, in un localino rustico qui di fianco a casa mia. Vi assicuro che, almeno per me, vivere sempre immersi nella grandezza, è una noia mortale e un impegno troppo costante. 

Milano gli ha dato tante emozioni, ma la più grande è arrivata dal pubblico La sensazione visiva di 56.000 persone che ti accolgono come un re. Posso dire certo che è stato incredibile vivere in prima persona ciò che avevo sempre immaginato. E non me lo dimenticherò mai. Anzi, non vedo l’ora di ripeterlo. Mi sento nato per questo.”.

Ma di tutto questo il faccia a faccia con se stesso, quei magici 60 secondi, hanno lasciato in lui il segno “No, la cosa che mi ha impressionato di più è stato altro: un minuto prima di cominciare, l’essermi trovato di fronte a me stesso, completamente solo, come davanti a uno specchio, a guardarmi con onestà. Costretto a fare i conti, per 60 lunghi secondi, con ciò che sono nel bene e nel male. Senza più scuse.  E questa, è stata la cosa più forte.  Ecco come ci si sente, prima di un’impresa emotiva e fisica che sfiora il limite. Cosa si prova, un minuto prima di un concerto a San Siro.”

Milano, San Siro, in futuro riaccoglieranno sicuramente Cesare Cremonini.