Arisa: “Sono andata in chiesa e ho dedicato le mie nuove canzoni a Dio”

05
Feb
2016
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E’ un’Arisa che non ti aspetti, che parla di spiritualità e attaccamento alla propria Terra. Che racconto del rapporto con Dio e dell’ispirazione che le è arrivata per il suo ultimo album, di cui porterà Guardando Il Cielo sul palco dell’Ariston.

Sulle colonne de Il Tempo, Arisa ha manifestato un lato spirituale che fino ad ora aveva sempre tenuto nascosto:

Dialogavo con Dio, ma non quello barbuto e severo. Non esiste un solo Dio, non ci chiede l’esclusiva della Fede. A creare il miracolo dell’universo è un’energia che sentiamo sopra la testa. Delle chiese, dei templi di ogni religione, mi piace l’odore, il suono della preghiera mi dà pace mentre la declamo. Ma io lì cantavo, anche le mie canzoni nuove. Le ho dedicate a Lui…
Siamo una goccia nel mare e Dio è una nave immensa. Ci fa stare a prua, a poppa, nella stiva. E ci fa partecipare della vita in ogni modo. Io voglio godermi le cose in libertà, non penso a blindare un disco nuovo.

E a chi le chiede come ci si sente nei panni dell’artista famosa, Arisa risponde:

Non mi piace incarnare il ruolo della cantante famosa, sono troppo randagia. Però queste nuove canzoni mi rendono felice.
Vengo da una terra, la Basilicata, molto spirituale, anzi esoterica. Quando mi sembra di aver fatto mille cose, torno lì e quel posto mi riacchiappa. E capisco, come ho fatto con “Guardando il cielo”, il senso della mia speranza, delle emozioni, dell’energia suprema di cui ho bisogno. Le cose arrivano se noi siamo fiduciosi: se glielo permettiamo, queste si mettono sulla nostra strada