“Anime di Carta” di Michele Bravi: in ogni canzone una dichiarazione

24
Feb
2017
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Come aveva dichiarato durante una delle tantissime interviste rilasciate durante il Festival di Sanremo, dove ha potuto accedere alla categoria BIG con il singolo Il diario degli errori, Michele Bravi racconta oggi il suo nuovo album.

Un lungo lavoro personale prima di tutto, trasferito poi su carta nei testi delle sue canzoni e reso poi musica grazie alla collaborazioni con tantissimi autori, quanli Francesco Catitti (produttore dell’album), Federica Abbaste come co-autrice di alcuni brani, Cheope e Giuseppe Anastasi, Andrea Amati e Luca Leoni.

“Questo album nasce dalla fine di una storia d’amore e la musica è stata il mio modo per uscire da quel dolore. E’ stata come una lunga seduta di psicanalisi fatta da me stesso. Volevo mettere per iscritto le mie emozioni e farlo su un foglio di carta” ha raccontato il giovane cantante presentando il nuovo album “L’album si chiama ‘Anime di carta’ perché la carta è un materiale accessibile che rappresenta la nostra vera essenza. Siamo fragili ma non possiamo autodistruggerci facilmente, perché ogni strappo può farci davvero del male. Ho pensato come a un foglio di carta possa acquisire tridimensionalità attraverso gli origami, quelli che ho portato a Sanremo. Ho capito che si può essere con lo stesso materiale umano, non una forma piatta, ma una forma complessa con un contenuto”.

In questo album c’è tutto di lui, la sua vita e le sue parole, ma non solo “Spero che questo album non unisca, ma divida. Spero che a qualcuno piaccia ma a qualcuno non piaccia per niente, Oggi più che mai voglio intercettare chi la pensa come me, chi condivide le mie emozioni. Spero di esserci riuscito. […] Nel mio album precedente in inglese canto il mio vomito d’odio verso la discografia. Mi sono accorto che quel cantare in inglese era solo un velarmi dietro una lingua nella quale non penso. L’inserimento di due brani in inglese per per dare un senso di continuità a quello che ho fatto in passato, proprio in contrasto con quel senso di abbandono da ogni protezione che tiro fuori in questo disco quando canto in italiano“.