Biografia Pierangelo Bertoli

Pierangelo Bertoli è stato un cantautore italiano.

Esponente della scuola cantautorale italiana, nella sua quasi trentennale carriera incise circa 200 canzoni, la maggior parte di sua composizione, quasi tutte incentrate su temi a sfondo politico in chiave di denuncia sociale, con una forte venatura polemica e di critica spesso atroce nei confronti della classe dirigente. La popolarità di Bertoli fu legata in prevalenza da due brani: Eppure soffia, inno all'ecologismo, e A muso duro, vero e proprio manifesto di uomo e artista, che esalta anche la funzione sociale e aggregativa del mestiere del cantante. Anche le numerose ballate, intese come canzoni country, e le sue canzoni a sfondo sentimentale hanno risentito del suo habitat naturale agreste, il cui punto di vista si può definire, letteralmente parlando, "dal basso", dalla parte cioè della gente comune., non a caso sempre schierato anche nella militanza politica locale. (nel 1992 Fu candidato alle elezioni politiche per Rifondazione Comunista), Alla diffusione della musica per via radiofonica e televisiva, alla quale non si sottrasse, Bertoli predilesse il contatto diretto con il pubblico. Dopo numerosi tentativi, fu ammesso per due edizioni consecutive al Festival di Sanremo, negli anni 1991 e nel seguente, partecipando dapprima in coppia con i Tazenda, dei quali cantò una loro canzone scrivendone parte del testo in italiano, e chiedendo appositamente alla band sarda che scegliesse una canzone nella quale fosse ben riconoscibile la derivazione popolare (non a caso Disamparados significa disadattati). Nel 1992 Italia d'oro, attraverso una denuncia senza mezza termini di alcuni malcostumi, anticipò lo scandalo di Tangentopoli che di lì a poco avrebbe interessato l'opinione pubblica.

Tra i sodalizi artistici, si ricordano: quello con una ancora sconosciuta Fiorella Mannoia, in Pescatore, un altro suo cavallo di battaglia, i già citati Tazenda, con i quali cantò Spunta la luna dal monte, Fabio Concato con cui duettò sia in Chiama piano sia in Acqua limpida, dove partecipò anche Grazia Di Michele, e Ligabue, una vera e propria scoperta dello stesso Bertoli, che lo lanciò a livello regionale, producendo il suo primo disco alla fine degli anni ottanta e con il quale strinse un intenso e forte legame di amicizia e stima, fino a proporlo al produttore Angelo Carrara per il suo album d'esordio. Di lui incise due sue canzoni: nel 1988 Sogni di rock'n'roll e l'anno seguente Figlio di un cane, entrambe poi confluite nel primo lavoro discografico dell'artista di Correggio datato 1991.

Nato a Sassuolo, in Provincia di Modena, a tre anni fu colpito da una grave forma di poliomielite che lo privò della funzionalità degli arti inferiori e lo costrinse a vivere muovendosi su una sedia a rotelle, il che non gli impedì di coltivare la passione per la canzone, allietata dall'unione con Bruna Pattacini, da cui ha avuto i tre figli Emiliano, Petra (a cui intitolò un album) ed Alberto; quest'ultimo ha seguito le orme del padre, facendo il cantante di professione, oltre a prendere parte ai concerti-tributo a lui dedicato.

All'inizio del 2002, Bertoli fu sottoposto ad una serie di cure presso il policlinico di Modena, dove ritornò qualche mese dopo per spegnersi pochi giorni prima del suo sessantesimo compleanno. Impegnato socialmente in iniziative benefiche e di solidarietà, si batté in favore dell'abbattimento delle barriere architettoniche e partecipò ad incontri e raduni per sensibilizzare l'opinione pubblica sull'integrazione sociale dei disabili, tra cui una proposta per una Legge Quadro in materia. Il legame con la sua terra d'origine, oltre a non allontanarlo dalla sua città natale, gli fece comporre numerose canzoni in dialetto.

Nato da una semplice famiglia operaia, una delle tante del laborioso territorio sassolese, malgrado l'ingombrante presenza della carrozzella visse un'infanzia regolare, ma priva di ogni genere di bene superfluo; secondo quanto raccontato dallo stesso Bertoli, in casa non c'era neppure la radio e per questo motivo la passione musicale del giovanissimo Pierangelo venne essenzialmente dall'esterno, anche se non va dimenticato il ruolo decisivo ricoperto dal fratello e dalla band di quest'ultimo, che all'inizio degli anni sessanta si riuniva proprio in casa Bertoli per suonare insieme. Pierangelo conosceva già la discografia di alcuni cantanti famosi, come per esempio Frank Sinatra, ma non possedeva alcuna nozione di strumenti musicali e tecniche interpretative. In pochi mesi Bertoli imparò a suonare la batteria, il basso e soprattutto la chitarra, che di lì a poco sarebbe divenuta il suo strumento preferito. Nel frattempo, ricevette in regalo un giradischi e per soddisfare la sua sete di conoscenza acquistò <>.

A ventitré anni gli diedero una vecchia chitarra e dopo un anno di esercizi da autodidatta, cominciò a comporre le prime canzoni e le suonò dapprima di fronte agli amici e poi davanti a platee sempre più vaste, soprattutto in occasione di feste di paese e di partito. Militante politico ed autodidatta, partecipò sovente a manifestazioni ed incontri organizzati dai centri sociali di Sassuolo. Durante queste riunioni, c'era il costume di intervallare i discorsi e gli interventi dialettici dei partecipanti con eventi di carattere artistico, e tra di essi c'erano le esibizioni di cantanti che, come Bertoli, offrivano l'opportunità di ascoltare canzoni impegnate socialmente e politicamente, contemperando così esigenze di divertimento e di riflessione.

Nei primi anni settanta, Pierangelo Bertoli si legò a due piccole case discografiche locali, le Edizioni "Servire il popolo" e "Del vento rosso", con cui pubblicò, tra il 1973 e l'anno successivo con il nome di Angelo Bertoli, i 45 giri autoprodotti Marcia d'amore / Per dirti t'amo, Scoperta / Marcia d'amore e Matrimonio / L'autobus. Sempre nel 1974, le due etichette modenesi si accordarono per pubblicare insieme il primo album studio di Bertoli, Rosso colore dell'amore (poi ristampato postumo dalla American Records nel 2006), contenente in tutto dodici brani, comprese due delle canzoni uscite poco tempo prima in formato singolo, L'autobus e Per dirti t'amo. In quel periodo, Bertoli riarrangiò alcuni brani già scritti e composti precedentemente e diede alle stampe il nuovo disco Rocablues (1975), dove prevalgono decisamente le canzoni dialettali.

La grande occasione arrivò nel 1976, quando il fratello Gianni, che suonava nel gruppo di Caterina Caselli, anche lei sassolese, chiese alla cantante già passata al ruolo di discografica, di intercedere presso il marito Ladislao Sugar, proprietario della Compagnia Generale del Disco, per dare a Pierangelo l'opportunità di far pubblicare le sue canzoni da un'etichetta discografica nazionale. Anche per merito delle buone parole spese dal musicista Alete Corbelli, Bertoli fu scritturato dalla CGD e diede subito alle stampe Eppure soffia, pubblicato con l'etichetta Ascolto, una sorta di laboratorio per giovani artisti fondata dalla stessa Caselli.

L'anno dopo pubblicò Il centro del fiume, che contiene una versione ridotta di Rosso colore, già incisa nel primo disco: quindi realizzò il suo terzo lavoro che racchiudeva esclusivamente canzoni in dialetto modenese: S'at ven in meint (se ti viene in mente) ospita anche la voce di Caterina Caselli nel brano L'Erminia temp aidrée. Altri brani dialettali saranno inclusi nell'album Certi momenti. Il 1979 è l'anno di A muso duro, uno dei suoi album più noti e il primo a conoscere un riscontro su vasta scala.

Tale successo venne consolidato con Certi momenti del 1980, la cui canzone titolo affronta con coraggio le tematiche dell'aborto schierandosi contro la Chiesa cattolica: quest'album contiene la canzone Pescatore cantata con una ancora sconosciuta Fiorella Mannoia. Scritta da Maurizio Borghi, racconta di una donna che, soffrendo la lontananza del marito, lo tradisce salvo poi pentirsene, e il duetto si snoda tra il racconto del tormento interiore di lei e della fatica di lui nel combattere contro il mare sperando in una pesca fruttuosa.

I tre album successivi da Album del 1981 a Dalla finestra del 1984 confermarono la popolarità di un Bertoli non più considerato come fenomeno di folklore. La sua attività discografica si susseguì anche nonostante un sensibile calo nelle vendite, ritrovando un ritorno di fiamma in occasione di Oracoli, album del 1990, che farà da apripista al suo esordio sanremese. Nel frattempo vinse un telegatto per uno spot televisivo a favore della "Lega per l'emancipazione dell'handicappato", dove vi prese parte nel ruolo di un avventore che non poteva chiamare la Polizia per segnalare un incidente, in quanto trovava delle cabine telefoniche che non erano in grado di far passare la sua sedia a rotelle. In questi anni si segnala anche, nel 1987, l'album Canzone d'autore dove Bertoli reinterpretò alcuni classici, alternandoli a composizioni inedite di altri autori misconosciuti: in questo album spiccano le sue versioni di Vedrai Vedrai di Luigi Tenco Un Giudice di Fabrizio De André, e Sfiorisci bel fiore di Enzo Jannacci.

Nel 1990 fece un cameo in una canzone di Elio e le Storie Tese Giocatore mondiale, sigla del programma Mai dire Mondiali: la canzone tratta con ironia la questione delle barriere architettoniche, e Bertoli canta i versi "La vita è bella, perché le cabine son strette ma largo è lo stadio, solo alla morte non c'è rimedio". Le cabine (telefoniche) da lui menzionate rimandano proprio allo spot da lui interpretato. Più impegnato invece fu il suo contributo dato ai Giochi F.I.S.H.A. che in quel stesso anno videro la sua firma nell'inno ufficiale Canto di vittoria, incisa anche in inglese. Nel 1991, con la partecipazione al Festival di Sanremo insieme ai Tazenda con Spunta la Luna dal monte, visse una seconda giovinezza artistica, che gli valse anche il quarto posto dell'anno seguente con Italia d'oro, a cui fece seguito l'album Gli anni miei nel 1993, e due anni dopo la prima raccolta di brani reincisi intitolata Una voce tra due fuochi. I suoi ultimi lavori ebbero non poche difficoltà a essere distribuiti né si avvalsero di un soddisfacente battage promozionale.

Nel 1997, in occasione del centenario della Juventus Football Club (sua squadra del cuore) scrive una canzone intitolata Juvecentus, che fu anche l'inno ufficiale della società bianconera per alcune stagioni.

L'ultimo album, 301 guerre fa, composto da inediti e vecchie canzoni riarrangiate e ricantate, è uscito poco prima della sua scomparsa, mentre altre canzoni, scritte con la collaborazione del figlio Alberto (ma anche di Ligabue), non furono mai pubblicate.

Il 28 aprile 2006, a cura di Alberto, è uscita una raccolta, Parole di rabbia, pensieri d'amore con un inedito, Adesso (registrato nel 1990), ma pare che l'artista emiliano abbia lasciato altre canzoni incise precedentemente e mai pubblicate.

Il 27 settembre 2008 a Sassuolo (Modena) si è tenuto il primo raduno ufficiale dei fan del cantautore. L'evento è iniziato con l'inaugurazione di un bassorilievo dal titolo "A muso duro", è proseguito con un dibattito sulla vita di Bertoli dal titolo "Parole di rabbia e pensieri d'amore" e con l'inaugurazione di una mostra fotografica e oggettistica dal titolo "E così nasce una canzone". In serata si è tenuto un grande concerto tributo a cui hanno partecipato tra gli altri Fabio Concato, i Modena City Ramblers ed il figlio di Pierangelo, Alberto Bertoli.

Lo stile di Bertoli si contraddistingue per la sua immediatezza, nonché per i mai banali echi poetici che fanno della sua opera un esempio limpido della bontà della prima canzone d'autore italiana che ha ospitato artisti come Fabrizio De André, Francesco Guccini, Paolo Conte, Giorgio Gaber, Francesco De Gregori. Molte volte nelle canzoni canta contro la guerra o a favore dei più deboli. Nonostante gli spunti politici di molti testi, l'impegno di Bertoli si svolse principalmente sul piano civile e sociale.

Bertoli ha inoltre cantato molte canzoni in dialetto sassolese, prima raccogliendole in un CD (S'at vein in meint) e poi in altri album. Con tale operazione ha dimostrato coraggio, dato che questo dialetto risulta incomprensibile già a venti chilometri di distanza dal paese natale del cantautore e conta, quindi, un numero minimo di parlanti. Eppure, proprio in canzoni come Prega Crest (Prega nostro signore), La bala (dove "bala" significa, con doppio senso, sia "bugia" sia "ubriacatura"), è possibile cogliere in Bertoli una voce genuina della sua terra, "dura e pura" come si suol dire del popolo emiliano.
Fonte: wikipedia.org